Cappellacci, oggi la mozione di sfiducia

Nel cuore della campagna elettorale per le elezioni politiche, mentre mancano ormai meno di due settimane al voto, il Consiglio regionale si desta dal torpore degli ultimi mesi e oggi affronta,  a partire dalle 10, una nuova mozione di sfiducia per il presidente della Regione Ugo Cappellacci, firmata dall’opposizione (Idv, Sel, Centro democratico e Sardegna Libera), ma senza il Partito democratico. Un’assenza che ha destato polemiche, ma che potrebbe rientrare domani con il voto a favore dei democratici.

I proponenti, che parlano di “Consiglio fermo, Giunta immobile e Legislatura da concludere immediatamente”, puntano in maniera chiara a far esplodere dall’intero la maggioranza che sostiene Cappellacci, ormai sempre più sfilacciata e con partiti avversari durante la campagna elettorale. La settimana si è infatti aperta con un nuovo duro attacco di Pierpaolo Vargiu, capolista alla Camera per la “Scelta civica” di Mario Monti, che ha accusato Cappellacci di “fare campagna elettorale contro il governo sulla vertenza entrate, mentre sostiene un accordo Pdl e Lega che sarebbe devastante per la Sardegna”. Ha risposto prontamente il capogruppo Pdl Pietro Pittalis, rinfacciando a Vargiu di avere accusato fino a pochi mesi prima il governo del Professore di “strangolare la Sardegna”.

Insomma, le divisioni appaiono abbastanza evidenti ed è lì che la mozione del centrosinistra vorrebbe insinuarsi come un cuneo. Essa, secondo Adriano Salis dell’Idv, “Punta a impedire che i partiti della maggioranza che sostengono Cappellacci continuino a recitare le due parti in commedia. Al governo a Cagliari e all’opposizione a Roma. I Riformatori, invece di lanciare inutili appelli a Napolitano, potrebbero semplicemente sfilarsi dalla maggioranza e porre fine a questa tragica esperienza della Giunta di centrodestra”.

Ma da quell’orecchio i Riformatori proprio non ci sentono e continuano a distinguere nettamente il piano regionale da quello nazionale. “Questa mozione di sfiducia è inopportuna e fuori luogo, spiega il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni. “Fuori luogo perché siamo in campagna elettorale e inopportuna perché la sinistra ancora non si è stancata di presentare mozioni e ordini del giorno, con il solo scopo di bloccare l’Aula invece di occuparsi di problemi che riguardano l’intera Sardegna”.

Sull’esito del voto odierno Dedoni non lascia spazio a sorprese, confermando che i Riformatori voteranno con il resto della maggioranza, ma sulla futura tenuta della maggioranza non si sbilancia. “Aspettiamo di capire cosa succederà dopo il 24 e il 25 febbraio e anche quale sarà il risultato della lista di centro e del Pdl, prima di fare altre valutazioni”.

Insomma è facile prevedere che Cappellacci, che ha parlato di una “mozione elettoralistica”, possa agevolmente scavalcare anche questo ostacolo in Consiglio regionale, ma che il quanto e il come proseguirà la sua avventura a viale Trento dipenda quasi esclusivamente dall’esito delle elezioni politiche.

Un tracollo Pdl potrebbe indubbiamente accelerarne la caduta, mentre un risultato negativo dell’area centrista potrebbe ridimensionare parecchio le velleità di Riformatori e Udc, a quel punto costretti a una coabitazione forzosa, forse fino alla fine della legislatura.

Alberto Urgu

 

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