Nessuna iniziativa propagandistica sulla zona franca integrale. Così risponde il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci a chi lo accusa di averne fatto un argomento chiave della sua campagna elettorale.
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Anzi il governatore si dice pronto a “fare un passo indietro, se il problema sono io, così come dice il segretario regionale del Pd, Silvio Lai. Costituiamo un Comitato per il bene della Sardegna e creiamo un tandem, magari insieme con l’onorevole Renato Soru“. Cappellacci, ribadendo di non volere “primogeniture” in quanto la rivendicazione sulla zona franca “appartiene alla storia della Sardegna”, ha annunciato che l’idea della Regione è quella di varare “un pacchetto di misure fiscali e doganali” sulla base di alcuni presupposti normativi.
In primis Cappellacci ha citato “la legge 42 del 2001, cioè la riforma in chiave federale dello Stato che prevede tra i rimedi alla condizione di insularità con politiche di fiscalità di vantaggio” e quindi la revisione dell’articolo 10 dello Statuto. Il secondo presupposto è sulla base dell’articolo 174 del trattato europeo per realizzazione della coesione territoriale, per arrivare alla modifica del codice doganale comunitario”.
“Chiediamo di essere padroni in casa nostra – ha aggiunto – a seguito di minori imposte che vengono meno c’è un meccanismo che genera posti di lavoro e nuove tassazioni sul reddito che è tale, anche nella peggiore delle ipotesi, di compensare le minori entrate. Certo che non può accadere dall’oggi al domani – ha osservato, replicando al centrosinistra – serve un’applicazione graduale”.