di Alessandra Carta
Christian Solinas campione di melina. Il presidente della Regione continua a prendere tempo sul rimpasto della Giunta che lui stesso ha promesso. Anche a fine febbraio, non appena la maggioranza di centrodestra ha approvato la Finanziaria 2022. Invece è passato un altro mese senza che sia accaduto nulla. Se mai dovesse cambiare qualcosa, l’assessora della Lega, Valeria Satta, titolare del Personale, è considerata la più in bilico tra i dodici dell’Esecutivo.
Sugli eventuali cambi nella squadra che governa l’Isola deve ancora aprirsi il confronto. Solinas, al momento, sembra il meno interessato. Tanto che il vertice inizialmente programmato per il 14 marzo continua a slittare. I rinvii sono già due: prima al 17 e poi a oggi, 21 marzo. E ancora non c’è un data definitiva, ma solo le due opzioni del 23 o del 25. Quanto basta per capire che il tema interessa poco o nulla a chi dovrebbe guidare le staffette.
Nel centrodestra il rimpasto lo chiede da tempo Giorgio Oppi che non ne fa assoluto mistero. Il leader dell’Udc ha raddoppiato gli scranni dall’inizio della legislatura passando da tre a sei e quindi spinge perché nella ripartizione degli assessorati valga la rappresentanza attuale. Ovvero i voti che i partiti garantiscono in Aula e nelle commissioni. Ma lo scudo crociato continua ad avere una sola delega in Giunta, assegnate ad Andrea Biancareddu, titolare di Pubblica istruzione e Cultura.
L’Udc batte cassa in base alla matematica dei numeri. Perché la Lega oggi ha sette consiglieri, appena uno in più dell’Udc, ma può contare tre assessorati e la presidenza dell’Aula. Gli esempi possono continuare, al contrario, con Sardegna 20venti, il partito di Stefano Tunis che strada facendo ha perso due scranni, da tre a uno, eppure continua ad avere una casella nell’Esecutivo.
Discorso simile nel Psd’Az che ha fatto una campagna acquisti importante dal 2019 a oggi: i consiglieri del gruppo sardista sono diventati undici (da sette che erano) e legittimamente alcuni sperano di fare il salto dall’Aula alla Giunta. Il partito di Solinas, oltre ad esprimere il governatore, ha le deleghe al Turismo, all’Urbanistica e all’Agricoltura.
Se vale la matematica, la Lega deve perdere un assessorato. E la Satta viene considerata, stando a quanto filtra da Palazzo, la meno sponsorizzata rispetto agli altri due colleghi di partito: Mario Nieddu, a capo della Sanità, e Giorgio Todde, ai Trasporti. Quest’ultimo in particolare è considerato un fedelissimo di Eugenio Zoffili, il commissario delle camicie verdi in Sardegna ma ultimamente più defilato, quindi al sicuro da ogni benservito.
Solinas sa bene che il rimpasto della Giunta non può ridursi al cambio di una casella, per una ragione: l’obbligo della rappresentanza femminile, con una quota minima di donne pari al 40 per cento, richiede di rimescolare più deleghe, specie se l’Udc punta ad aprire la porta dell’Esecutivo a un consigliere. Uno tra Gianfilippo Sechi e Pietro Moro.
Sino all’altro giorno l’ostacolo sul 40 per cento di rappresentanza femminile si sarebbe dovuto aggirare aprendo la squadra di governo alla coordinatrice regionale degli Fdi, Antonella Zedda. La quale, a sua volta, avrebbe preso il posto di Gianni Lampis (ma non necessariamente all’Ambiente). Invece con la crisi in Comune a Cagliari, dove gli Udc stanno facendo guerra al sindaco Paolo Truzzu, il primo dei Fratelli d’Italia sardi, è in salita l’ipotesi che il partito di Giorgia Meloni faccia un favore a Oppi. Non ora, almeno.