Quali siano, nelle specifico, i posti di comando diventati oggetto del desiderio, nessuno lo sa. Anche perché gli Udc di Cagliari, guidati in Comune da Aurelio Lai, le carte del potere non le stanno scoprendo. L’azione politica di disturbo consiste solo nel fare prove di forza con l’intento di impressionare il sindaco Paolo Truzzu.
Ma lui, il primo cittadino degli Fdi, tira dritto come non mai. Truzzu quel che doveva fare con lo scudo crociato l’ha già fatto. L’anno scorso, a settembre, ha allargato la Giunta ai centristi affidando ad Andrea Floris la delega allo Sport. Partita chiusa nella girandola delle rivendicazioni alleate.
Invece i mal di pancia sono tornati. Lai, da regista della nuova fronda, ne ha messe a segno due, una di fila all’altra: insieme agli altri tre consiglieri comunali del gruppo Udc – Roberta Perra, Marcello Piras e Antonello Angioni – ha fatto mancare il numero legale su un debito fuori bilancio da ottocento euro. Il che equivale a interrompere una partita di calcio perché uno ha il prurito al naso. Con la seduta andata a farsi benedire, la maggioranza non ha potuto approvare lo stanziamento da 65mila euro per pagare i professionisti della gara d’appalto da sette milioni per l’illuminazione pubblica. Questa sì, roba serissima, perché intere strade di Cagliari si ritrovano da mesi e mesi al buio, rendendo davvero pericoloso camminare a piedi dopo il tramonto.
L’unica rivendicazione ufficiale dell’Udc riguarda la mancata rappresentanza dello scudo crociato nelle commissioni Bilancio e Cultura, per le quali Truzzu ha trovato anche già la soluzione tendendo l’ennesimo ramoscello d’ulivo: nel parlamento che si occupa di finanza entrerebbe Marcello Piras al posto di un consigliere dei Riformatori, mentre alla Cultura potrebbe fare il suo ingresso Angioni al posto del leghista Andrea Piras, ormai all’opposizione.
Ma nemmeno così Lai e compagni sono contenti. Tanto che il gruppo Udc ha deciso di lasciare, in segno di protesta, la presidenza di tutte e tre le commissioni con bandiera centrista. Ovvero la Pubblica istruzione guidata da Perra, l’Urbanistica in mano ad Angioni e la Mobilità al cui timone c’è Piras.
Radio Palazzo sostiene che il malumore viene da lontano. Lai, quando nella passata consiliatura governava Massimo Zedda, era stato eletto in quota Psd’Az, allora alleato del centrosinistra. Poi a fine 2018, quando i sardisti si sono stretti nell’abbraccio con la Lega di Matteo Salvini, come deciso dall’allora segretario del partito e aspirante governatore, Christian Solinas, c’è stata la spaccatura dei Quattro Mori. Lai è uno di quelli rimasti con Zedda.
Con l’uscita del Psd’Az dalla maggioranza, c’era stato un rimescolamento degli incarichi. I nuovi salviniani sardisti dovettero cedere le poltrone ai sardisti rimasti con Zedda. Tra questi, anche Roberto Porrà, a cui è andata la presidenza del Ctm. Ma appena il Psd’Az ha potuto, ecco che a Porrà è stato sfilato il posto di comando andato a Carlo Arba. Oggi l’ex numero uno del Ctm svolge, su incarico della politica, la sola funzione di amministrazione unico di Parkar, la società che gestisce a Cagliari le aree di sosta della città. Ma per Lai, è l’ipotesi che rimbalza da Palazzo Bacaredda, non si tratterebbe di equilibri equi.
Al momento la diatriba è in corso. Ma stancamente gestita nel centrodestra di Truzzu perché considerata meno che lana caprina. Il solo effetto è la paralisi della città, perché con il Consiglio congelato non si possono prendere decisioni.
