“Una volta che il curriculum arrivava nel mio ufficio significava che la persona segnalata era di fiducia di un politico della coalizione e quindi si poteva sistemare quando capitava l’occasione”. Agli inquirenti lo dice Elisa Secci, segretaria dell’ex presidente Ugo Cappellacci, sentita in Procura a Oristano il 3 settembre 2015 e il 19 febbraio 2016 come persone informata dei fatti. Dalla testimonianza della donna si ricostruiscono gli equilibri politici legati alle nomine dei commissari per la Sassari-Olbia, ovvero la grande torta di Sindacopoli per la quale sono state pagate tangenti, sostengono il pm Armando Mammone e il gip Annie Cecile Pinello.
La donna premette che “Cappellacci si disinteressava sostanzialmente delle nomine, non influiva”, sebbene fosse il commissario straordinario della quattro corsie, scelto nel 2010 dall’ex premier Silvio Berlusconi per accelerare l’affidamento degli appalti attraverso la cosiddetta procedura d’urgenza (tutto si decideva in Sardegna senza passare per il vaglio degli uffici romani). Materialmente la gestione delle gare era affidata a una struttura diretta da Mario Cherchi. C’era poi un vice di Cappellacci, Bastianino Sannitu (Riformatori), ex assessore ai Lavori pubblici, scelto come numero due della Sassari-Olbia quando venne escluso dalla Giunta.
L’ex governatore, tuttavia, non è che non sapesse nulla delle nomine, a differenza di quando detto dalla sua ex segretaria. Anzi: quando la Procura di Oristano, contestualmente all’inchiesta di Sindacopoli ha acceso i fari sullo spostamento del commissario Fulvio Pisu dal lotto 7 al numero 8, l’ex capo della Giunta è stato ugualmente chiamato a testimoniare. Era il 17 maggio 2015. In quell’occasione disse: “Non ricordo di essere entrato nel merito della decisione, posso ipotizzare, ma non essere certo, che vi sia stata coincidenza tra mia proposta di nominare Angelo Binaghi (sostituto di Pisu) e la scelta fatta dalla Struttura commissariale che inserì Binaghi nella terna”.
Cappellacci, dunque, un nome lo aveva indicato con certezza, per sua stessa ammissione. E questo è un passaggio importante nelle indagini della Sassari-Olbia, perché lo spostamento di Pisu, stando all’ordinanza del gip, è stato decisivo nel favorire l’aggiudicazione del lotto 8 alla cordata sardo-romana controllata da Salvatore Paolo Pinna, l’ingegnere desulese considerato il faccendiere di Sindacopoli. Tanto che “indizi di reità” sono stati riconosciuti dalla Procura contro Salvatore Cicu, il quale da Pinna, per la campagna elettorale delle Politiche 2013, ricevette un contributo di 30mil. Soldi che il gip considera in qualche modo una ricompensa per il dirottamento di Pisu sul lotto numero 8.
Sul caso Pisu è stato sentito anche il direttore della struttura commissariale, Mario Cherchi, che nell’ordinanza del gip è indicato come “un informatore attendibile, perché le sue dichiarazioni sono state sistematicamente riscontrate da elementi attendibili”. Cherchi spiegò: “Con riferimento alla disposizione di variazione relativa all’ingegner Pisu, voglio significare che la stessa mi venne impartita direttamente dal dottor Sannitu, il quale era l’interfaccia tra la struttura e lo stesso commissario Cappellacci. Ritengo pertanto che l’indicazione di tale variazione derivasse anch’essa dal confronto tra Sannitu e Cappellacci”.
Il gip rileva che la precisione di Cherchi si contrappone al non ricordo di Sannitu e Cappellacci, “un non ricordo che appare molto poco convincente”. Si aggiunga che sui giorni del trasferimento di Pisu, quando Salvatore Paolo Pinna manda a Cicu la mail con scritto “Sono arrivate le lettere, il tempo stringe (è il 2 aprile 2012)”, è stato sentito anche Massimo Tumminelli, presidente della commissione aggiudicatrice del lotto 7, nella quale Pisu era stato inserito in precedenza. Tumminelli sottolineò che “era palpabile da parte della Regione una tensione relativa alle nomine”.
L’ex segretaria di Cappellacci ha proseguito così: “Succedeva che in occasione delle riunioni politiche con gli esponenti dei gruppi di maggioranza (il centrodestra sardo), gli stessi si potessero avvicinare al presidente Cappellacci segnalando un nominativo. Lui rispondeva di lasciare il curriculum a me, che me ne sarei occupata. Io ne ricevevo da consiglieri regionali, assessori e deputati. E comunque la discrezionalità politica nelle scelte era riservata dalla legge” (sul tema delle norme applicate, per Sardinia Post ha scritto un Pronto intervento Carlo Mannoni: leggi qui).
La Secci riferì agli inquirenti che “i più attivi nelle richieste erano il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, e gli onorevoli (azzurri) Antonello Peru, Edoardo Tocco, Mariano Contu e Oscar Cherchi“. Su come i curricula pervenissero, la Secci ha spiegato: “La maggior parte a mano e io annotavo a matita la data e il nome di me lo aveva consegnato, oppure riportavo questi dati su un post-it. Ne ricevo alcuni anche da privati (non precisati). Talvolta per posta. L’annotazione o il post-it li eliminavo prima della consegna all’ufficio interessato”. Ovvero alla struttura commissariale diretta da Cherchi.
A domanda precisa sui meccanismi di selezione dei commissari, Cappellacci spiegò che agli inquirenti che veniva seguito “il criterio della territorialità, perché è una traduzione del principio di rappresentanza”. Un tema, questo, sul quale si espressero negativamente due consiglieri regionali della legislatura 2009-2014, sentiti ugualmente dagli inquirenti come persone informate dei fatti. Matteo Sanna (ex An del Pdl) riferì che “in questo meccanismo hanno un ruolo di rilievo sia i consulenti che gli onorevoli, poiché partecipano alla stesura dei bandi di finanziamento attraverso i quali si crea il consento politico locale”. Antonio Pitea (Pdl) disse: “Il criterio della territorialità incide sulla distribuzione dei voti, in quanto permette di incrementare il peso politico da utilizzare in sede di campagna elettorale”.
Nella ricostruzione degli equilibri all’interno dell’allora maggioranza, Pitea fece presente che “lo stesso Sanna e Peru erano vicinissimi a Cappellacci, così come Pittalis e il gruppo che faceva riferimento a Cicu, gruppo composto da Mariano Contu, da Alessandra Zedda, da Angelo Stochino e dal consigliere di Villacidro (Sisinnio Piras). L’alleanza interna è stata confermata dallo stesso ex governatore che tra i suoi “sostenitori” elencò “Perù e Stochino”. Quest’ultimo “per il tramite di Cicu”, disse.
Alessandra Carta
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