Sindacopoli tra tangenti e maxi parcelle: ecco la ripartizione dei soldi

Sotto la lente degli inquirenti oltre due milioni di soldi pubblici: sarebbero andati al presunto faccendiere, agli Stochino, a Peru e alla sua fidanzata.

Due tangenti da 800mila euro ciascuna per la Sassari-Olbia (lotti 3 e 8), più maxi parcelle per gli appalti nei piccoli Comuni. In totale, oltre due milioni di soldi pubblici che, secondo l’accusa, il presunto faccendiere di Sindacopoli, Salvatore Paolo Pinna, ha spartito con Antonello Peru, Alessandra Piras, Angelo Stochino e Viviana Stochino (le due donne sono rispettivamente la fidanzata e la sorella degli esponenti di Forza Italia).

Questi movimenti di denari si ricostruiscono sempre dall’ordinanza del gip Annie Cecile Pinello che, martedì, ha fatto scattare sedici custodie cautelari e un obbligo di dimora (qui tutti i nomi). Si è trattato della seconda tranche dell’inchiesta che ha portato a novantacinque il numero degli indagati e ha, stando ancora agli atti giudiziari, un ‘cerchio magico’ formato da diciotto persone. Sono accusate a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta (qui l’elenco e i ruoli ricoperti).

Per camuffare le tangenti, gli importi pattuiti dalla presunta cupola del malaffare venivano inseriti nei conti veri dell’appalto, sostengono gli inquirenti. Infatti: la prima fattura per la progettazione del lotto 8, pagata alla Essepi engineering di Salvatore Paolo Pinna, è stata di 1.690.000 euro anziché di 1.400.000. E questo perché includeva la prima rata della mazzetta, pari a 290mila euro (l’altra era di 510mila euro per un totale di 800mila appunto).

I soldi li hanno versati la De Sanctis costruzioni e la Erregi, le due società romane che insieme a quella di Pinna si erano aggiudicate l’appalto del lotto 8, da 57.366.243 euro (gara assegnata il 24 luglio 2012). Degli 800mila euro di tangente, “Angelo Stochino ne ha incassati 194.302, usando anche i conti della Sam”, la società della moglie dell’esponente azzurro, Laura Lancioni. È stata la stessa donna, risulta da alcune intercettazioni, a dare indicazioni a Pinna. I pagamenti sono avvenuti attraverso bonifici, tranne “20mila, in banconote da 20, consegnati al presunto faccendiere da Girolamo De Sanctis, patron dell’omonima società romana” (il suo nome figura tra i sedici arrestati).

“Analogo sistema viene applicato per il lotto 3”, scrive il gip. Anche in questo caso il valore della tangente è stato di 800mila, mascherati pure stavolta tra le fatture reali. A fronte di una cifra di 2.350.000 per la progettazione esecutiva,  la Essepi engineering di Pinna ha incassato 3.150.000 euro. La gara del lotto 3 valeva 70.775.509 euro. Il 7 marzo 2013 se la aggiudicò l’associazione temporanea d’imprese formata dalle spa Italiana costruzione (sede a Roma, patron Luca Navarra) e dalla Salcef (uffici ancora nella capitale, proprietà di Rodolfo Salsiccia e di suo figlio Valeriano). La Salcef nel bando era a sua volta associata con la Erregi vincitrice del lotto 8 (la guida Giovanni Zallocco, anche lui finito ai domiciliari e considerato dagli inquirenti un complice di Pinna, una sorta di secondo faccendiere).

Rispetto agli 800mila euro di questa seconda tangente, Pinna ha tolto “150mila euro pagati alla fidanzata di Peru e altrettanti alla sorella di Stochino”. La storia è nota giorni. Le due donne, secondo l’accusa, hanno fatto solo da prestanome: i veri destinatari delle mazzette erano Antonello Peru e Angelo Stochino. Agli atti della Procura figurano anche 6mila euro per Sandro Agostino Urru, il funzionario dell’Anas nominato responsabile unico del procedimento per il lotto 3. Uno “compiacente”, lo definisce il giudice per le indagini preliminari. L’obiettivo, come nel metodo emerso più volte nello scandalo di Sindacopoli, era quello di controllare le gare e quindi le aggiudicazioni degli appalti. Urru è ugualmente ai domiciliari da martedì.

Dal computer sequestrato a Pinna contestualmente al primo arresto di aprile 2015, “è risultata anche una serie di dazioni” sempre relativa al lotto 3 e “contrassegnata nel modo seguente: 75mila euro Sassari; 50mila euro Ogliastra; 100mila euro Cagliari“.

Quanto alle maxi parcelle negli appalti dei piccoli Comuni, il destinatario è Alessandra Piras, la fidanzata di Peru. Ha preso “una decina di incarichi in due anni”, si legge nell’ordinanza del gip che parla di “continuativo procacciamento di lucrosi incarichi”. Nel dettaglio: 14.310 euro le sono stati assegnati per una strada a Belvì36.530 euro per la messa in sicurezza degli impianti sportivi ad Aritzo; 21.634 euro più 30mila di onorario per il piano di sviluppo rurale a Ortueri; 57.430 per la palestra comunale di Arzana; 150.226 per la strada intercomunali Gergei-Mandas. Questi elencati sono tutti progetti inseriti in quel pacchetto di nuovi undici gare con cui Sindacopoli sembra essersi ulteriormente allargata.

Il giudice osserva ancora: “Oltre agli incarichi ottenuti dalla Piras, altre varie migliaia di euro sarebbero entrate nelle tasche del Peru: non è dato sapere in quale misura, dato che non tutte le aggiudicazioni sono andate a buon fine. Per esempio a Sorso, il Comune di residenza del consigliere regionale di Forza Italia. Nell’ordinanza è scritto che si trattava di “un appalto milionario, nella fascia costiera, in cui le spese di progettazione ammontavano a 290mila euro”.

Si aggiunga poi che con  metodi non proprio ortodossi – sempre stando alla ricostruzione fatta da Procura di Oristano, Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle e carabinieri – la presunta cupola del malaffare ha diviso anche il finanziamento da un milione e 180mila euro dato nel 2012 per progettare il porticciolo turistico di Tertenia (qui la storia nella quale c’entra l’ingegnere cagliaritano Andrea Ritossa).

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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