Sindaci in marcia contro Renzi: “False promesse, nei Comuni spesa bloccata”

Tutti insieme: sindaci di sinistra, destra e quelli civici. Più di 250 fasce tricolori che stamattina, a Cagliari, hanno marciato da piazza del Carmine al Consiglio regionale.

Tutti insieme: sindaci di sinistra, destra e quelli civici. Più di 250 fasce tricolori che stamattina, a Cagliari, hanno marciato da piazza del Carmine al Consiglio regionale per chiedere di “poter utilizzare gli avanzi di amministrazione”. Ovvero, i soldi che, anno dopo anno, si sono accumulate nelle casse dei Comuni per via del patto di stabilità. “Patto che il governo di Matteo Renzi ha sostituito col bilancio armonizzato, promettendo di sbloccare le risorse ferme, invece non è cambiato nulla: la spesa continua a rimanere ingessata, senza alcuna differenza stra amministrazioni virtuose e non”.

La manifestazione di Cagliari chiude un percorso cominciato il 9 ottobre a Santa Giusta, quando il sindaco di Escalaplano, Marco Lampis, convocò per la prima volta i colleghi. Obiettivo: studiare una strategia comune “contro i nuovi lacci”, ha detto il primo cittadino aprendo gli interventi delle fasce tricolori in Consiglio regionale. “I sindaci – ha sottolineato ancora Lampis – sono considerati i più amati dai cittadini. Eppure siamo anche vittime incolpevoli, perché non possiamo più garantire alle nostre comunità nemmeno i servizi minimi”.

La marcia di oggi si è chiusa con la firma di un documento in dieci punti consegnato al presidente dell’Aula, Gianfranco Ganau, e alla Giunta, presente con gli assessori Raffaele Paci (Programmazione) e Cristiano Erriu (Enti locali). Il contenuto della lettera lo ha illustrato Andrea Piroddi, alla guida del municipio di Ilbono, anche lui in prima linea contro le nuove regole del governo Renzi.

Tuttavia a essere chiamata in causa è stata anche la Regione, “non come controparte, ma perché sia reale la collaborazione tra amministrazione centrale ed enti locali”, hanno detto il presidente uscente dell’Anci, Pier Sandro Scano, e il sindaco di Ollolai, Efisio Arbau. “Vero – ha proseguito Scano – che la materia della finanza locale è prerogativa dello Stato. Ma Giunta e Consiglio possono fare la loro parte attivando i cosiddetti spazi finanziari, cioè quella quota di bilancio che la Regione aveva promesso di destinare ai Comuni proprio per rilanciare gli investimenti”. Tecnicamente si aggira l’ostacolo dei vincoli di spesa, perché i costi di alcune opere pubbliche locali verrebbero caricati sulla Regione, per un importo annuo di 25 milioni, era stato l’accordo di un anno fa. Ma non ancora applicato.

Al netto di ogni eventuale intesa tra Comuni e giunta di Francesco Pigliaru, il grosso del lavoro lo deve fare l’Esecutivo nazionale che ha introdotto i bilanci armonizzati con la Legge di stabilità 2015, a decorrere dal 1° gennaio 2016. “Un anno infausto, l’ennesimo, per gli enti locali, privati degli strumenti per dare risposte ai cittadini”, sottolinea Paola Massidda, fascia tricolore a Carbonia.

Uno dei più applauditi è stato il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. “Sono sei anni – ha detto – che lo Stato attua verso i Comuni una politica scellerata, fatta di soli tagli e vincoli, mettendo a rischio l’erogazione dei servizi ai cittadini (leggi qui l’intervento completo)”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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