Seconde case, c’è chi difende la salute: ordinanze di 3 governatori, ecco il testo

Valle d’Aosta, Campania e Alto Adige. Sono queste le due regioni e la provincia autonoma di Bolzano che hanno deciso di difendere la salute dei cittadini blidando i propri territori dall’assalto alle seconde case, a differenza di quanto prevede il Dl di Mario Draghi approvato ieri insieme a Lega, Pd, Leu e Forza Italia, ovvero i partiti che governao con l’ex presidente della Bce.

Il decreto legge in vigore da ieri prevede che sino al 6 aprile ci si possa recare nelle seconde case. Questo anche se sino al 27 marzo sono vietati gli spostamenti tra regioni. La deroga è contestata perché con la campagna vaccinale ancora agli inizi si rischia un nuovo aumento dei contagi. Specie in Sardegna, dove chi arriva si ritrova le (poche) restrizioni da zona bianca. A conti fatti un ‘tutti liberi’ che sembra la cornice perfetta per far circolare nuovamente il Covid, con numeri importanti, come successo la scorsa estate.

Nell’Isola il presidente Christian Solinas ha deciso di non unirsi ai colleghi di Valle d’Aosta, Campagnia e Alto Adige per non fare uno sgarbo a Salvini. Firmare un’ordinanza che blocca gli ingressi in Sardegna per raggiungere le seconde case, non è cosa gradita al segretario della Lega. Perché sarebbe come sconfessare l’azione del governo, secondo Salvini. Quindi Solinas – così come ha fatto dire oggi in Consiglio regionale al capogruppo del Psd’Az – non farà alcuna ordinanza, ma si limiterà a sollecitare a Roma un aiuto sui test anti-Covid. Il capo della Giunta isolana chiederà che vengano fatti anche nei porti e negli aeroporti di partenza.

Sembra di essere ripiombati di già nella scorsa estate, quando Solinas pretendeva che Roma facesse i passaporti sanitari a chi arrivava in Sardegna. Di certo se il Psd’Az, Solinas e il centrodestra sperano nell’intervento dell’Esecutivo nazionale, è evidente che la macchina organizzativa sarda dei test agli arrivi non è affatto pronta. Né preparata per affrontare questa prima ondata di turisti.

Peraltro: i presidenti di Valle d’Aosta, Campania e Alto Adige hanno firmato ordinanze del tutto legittime e che non sono affatto in contrasto con le disposizioni del ‘dl Draghi’. Ai governatori, in caso di rischi per la salute pubblica, è concesso infatti il potere di fissare regole più restrittive. Non solo: la Campania è in zona rossa. Se anche si andasse in una seconda casa, non si potrebbe fare nulla. Eppure il governatore Vincenzo De Luca ha blindato la regione. La Valle d’Aosta, guidata da Erik Lavévaz, e la provincia autonoma di Bolzano, presieduta da Arno Kompatscher, sono invece in fascia arancione. Quindi anche loro con restrizioni maggiori rispetto alla Sardegna.

Le tre ordinanze, che hanno un testo del tutto simile, lo ha letto stasera in Consiglio regionale il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus. Se solo Solinas volesse, anche lui potrebbe mettere al sicuro la Sardegna. Nel dispositivo basterebbe scrivere: “Fermo restando quanto precisato dal Dl del 15 marzo e fatti salvi i casi di comprovate esigenze lavorative e di necessità, ovvero per motivi di salute, a coloro che non risiedono nel territorio della regione non sono consentiti gli spostamenti in entrata in detto territorio per recarsi nelle proprie abitazioni diverse da quella principale“.

Solinas è da un anno che ripete quanto gli sta a cuore la salute dei sardi. L’ha detto pure la scorsa settimana, quando il Consiglio di Stato ha ribadito la correttezza del test rapido per chi arriva in Sardegna. Ma adesso il governatore dimostra che si è trattato di propaganda. Una volta di più. Tra il rischio di esporre l’Isola a nuovi contagi e l’obbedienza a Salvini, Solinas preferisce la seconda. Preferisce dare retta al proprio capo politico.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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