Una piccola premessa. Il 27 aprile 2010 la giunta Cappellacci dà incarico all’assessorato al Turismo di avviare le procedure di selezione per la nomina del direttore generale di Sardegna Promozione. Inspiegabilmente però, la pratica rimane in un cassetto per quasi un anno e mezzo e viene riesumata in piena estate, il 4 agosto 2011, con la pubblicazione di un avviso pubblico sul sito istituzionale della Regione. Le selezioni terminano il 2 novembre successivo, ma per conoscere il nome del fortunato occorreranno altri nove mesi, quando il il 31 luglio 2012 il presidente Cappellacci prende carta e penna e decide di firmare il decreto nomina: il nuovo direttore generale di Sardegna Promozione si chiama Mariano Mariani.
Ma quante persone hanno partecipato alla selezione? E con quali curricula? Chi si è occupato di verificare i profili professionali, in base a quali competenze e soprattutto come mai una procedura ‘light’ come quella adottata dalla giunta è durata oltre due anni? A quanto ammonta lo stipendio di Mariani e perché, come prevedono le norme, in merito nulla si trova nel sito istituzionale della Regione? E soprattutto: Mariani è in possesso dei requisiti richiesti dallo statuto di Sardegna Promozione per la carica di direttore generale, ovvero “alta professionalità, capacità manageriale” e in particolar modo “qualificata esperienza nell’esercizio delle funzioni attinenti ai settori operativi
dell’agenzia”?
Sono tutti quesiti ai quali dovranno rispondere il presidente Cappellacci e l’assessore al Turismo Luigi Crisponi, destinatari di una interrogazione depositata oggi in consiglio regionale e presentata da Carlo Sechi, Daniele Cocco, Giorgio Cugusi (Sel) e Claudia Zuncheddu (Sardigna libera).
In attesa delle risposte, si può alleggerire il lavoro del presidente Cappellacci e dell’assessore Crisponi: i nomi della commissione che ha ‘incoronato’ Mariano Mariani si conoscono. Il responso, stavolta, arriva dal sito della Regione anche se, come pare ormai d’obbligo, intercettare il documento è impresa ardua. E già questo ‘piccolo’ particolare parrebbe confermare che tutta la procedura, delle caratteristiche di evidenza pubblica aveva ben poco.
In ogni caso, ecco i nomi. La presidente della commissione era Gabriella Massidda (Direttore generale della presidenza della Regione) coadiuvata da due commissari, il direttore del servizio Organizzazione e formazione dell’assessorato agli Affari generali Maria Giuseppina Medde e l’allora direttore del servizio Sviluppo, monitoraggio e valutazione dell’assessorato all’Agricoltura Antonella Garippa. A chiudere il cerchio, il funzionario regionale Mario Lodi in qualità di segretario verbalizzante.
A loro è toccato il compito di valutare i curricula inviati e prendere una decisione. Che alla fine ha premiato la professionalità di Mariani. Professionalità, peraltro, che la stessa presidente di commissione (e direttore generale della presidenza della Regione) Gabriella Massidda conosceva da vicino, posto che prima di approdare a Sardegna Promozione l’attuale dg aveva ricoperto l’incarico di Capo di Gabinetto del governatore Cappellacci e, subito dopo, era stato nominato consulente di villa Devoto.
Qualche dubbio in più sulla nomina di Mariani ce l’ha invece il primo firmatario dell’interrogazione Carlo Sechi. Che oggi dice: “Ancora una volta si è giocato a utilizzare solo gli amici per governare la cosa pubblica. Su questa vicenda intendiamo fare chiarezza e, anche per questo, abbiamo chiesto copia di tutti gli atti relativi alla procedura di nomina di Mariani. Siamo fortemente preoccupati e, oggi, abbiamo solo un interesse: cambiare le cose. Siamo però sicuri che questo accadrà solo con un nuovo governo della Regione che quanto prima possa far finire l’esperienza nefasta della giunta Cappellacci”.
Fin qui il giudizio politico. Sul versante prettamente amministrativo però, può forse essere utile ricordare che tipo di selezione venne effettuata quando il presidente della Regione era Renato Soru: non una ‘semplice’ manifestazione di interesse pubblicata in un recondito angolo del sito istituzionale, ma un bando di gara pubblicizzato su riviste internazionali e caratterizzato da requisiti così stringenti che, paradossalmente, alla fine si risolse con un nulla di fatto, spalancando le porte alla ‘reggenza’ di Adamo Pili, oggi neo direttore generale dell’assessorato al Turismo.
Di certo, l’operato dell’agenzia ha suscitato parecchie perplessità, soprattutto in relazione alle manifestazioni lautamente finanziate che però non sembrano del tutto funzionali e organiche alla mission dell’agenzia. Si parla ad esempio dei 119mila euro sborsati per l’organizzazione di una mostra su Gaudì e la Sagrada famiglia a Oliena o dei 90mila euro finiti nelle casse di Confindustria Sardegna per la partecipazione ad un convegno sul mercato immobiliare tenuto lo scorso anno a Venezia.
Spese forse un po’ sopra le righe, insomma. Sarà forse anche per questo che, solo poche settimane fa, alcuni consiglieri regionali del Pd – in testa Gian Valerio Sanna – hanno chiesto a gran voce l’abolizione di “Sardegna Carrozzone”.
Pablo Sole