Sardegna promozione alla deriva: “Chiudetela”

Il battesimo alla fine del 2008, il De profundis cinque anni dopo. Intonato dai consiglieri di centrosinistra. Ovvero coloro i quali  Sardegna promozione, l’agenzia governativa pensata dalla giunta Soru per rilanciare l’immagine turistica dell’Isola, l’hanno pensata, voluta e infine istituita. Per consegnarla pochi mesi dopo nelle mani della ‘concorrenza’: febbraio 2009, elezioni regionali, Cappellacci conquista la Regione con il 60% delle preferenze e con la Regione pure Sardegna promozione.

Oggi sono i consiglieri regionali del Pd, con un emendamento alla Finanziaria 2013, a chiederne l’abolizione. Il provvedimento lo firmano Giuseppe Cuccu, il capogruppo Giampaolo Diana, Franco Sabatini e Gianvalerio Sanna. Un paradosso? “Macché – dice Sanna, che all’epoca della nascita dell’agenzia sedeva tra i banchi della giunta Soru con la delega a Enti locali e Urbanistica -. I problemi sono altri. Ad esempio: cosa ha prodotto Sardegna promozione? Quali benefici ha portato alla nostra Isola? Con quali modalità è stata utilizzata? Le risposte a questi interrogativi sono molto semplici: è stata trattata come un carrozzone ad uso e consumo della politica. Ma poi, di che stiamo parlando? Prendiamo la cosiddetta ‘pubblicità istituzionale’: il presidente Cappellacci l’ha avocata a sé. Ovvero dispone dei fondi come e quando vuole, di certo non per finalità relative all’interesse dell’istituzione, altrimenti avrebbe fatto funzionare l’Agenzia. Ma la nostra regione non si può più permettere di tenere in piedi questi apparati e ci batteremo con tutte le forze affinché l’agenzia venga cancellata”.

Sulla carta, l’agenzia avrebbe dovuto raccogliere in un unico conto corrente – per semplificare – tutte le risorse che la Regione aveva intenzione di investire in promozione turistica. “Ma anziché unificare la spesa e impiegare i fondi secondo principi di trasparenza e buona amministrazione – rincara Sanna – l’Agenzia è stata usata per far finire i soldi non si sa dove e spenderli non si sa come. Di certo però si sa che mantenere in piedi questo carrozzone costa 2,8 milioni di euro l’anno“.

Niente di strano, se è vero che Sardegna promozione ‘vanta’ un rapporto tra alti papaveri e personale che fa paura, soprattutto alle casse pubbliche: i dirigenti sono cinque, gli impiegati diciotto. Ecco perché vien da pensare che il “carrozzone” cui fa riferimento il consigliere Sanna non sia occupato – come canovaccio vorrebbe – dai pendolari del clientelismo, ma da un numero spropositato di capitreno.

E non è finita, visto che tra i cinque dirigenti figurano anche un direttore generale e pure un direttore generalissimo, unico caso tra enti e agenzie regionali. Quest’ultimo risponde al nome di Mariano Mariani, fedelissimo di Cappellacci e uomo buono per ogni posto di comando: tempo fa responsabile dell’Osservatorio economico della Sardegna (poi abolito), quindi Capo di gabinetto del governatore e commissario prefettizio a Olbia, poi consulente del Presidente e infine vincitore della “della procedura ad evidenza pubblica – spiegarono gli uffici regionali – avviata per la nomina del direttore generale di Sardegna promozione”.

Poi c’è Adamo Pili, già numero uno pro tempore dell’Agenzia, in pensione da diverso tempo eppure nominato responsabile della “Direzione generale della promozione degli investimenti e dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese”.

Rimane paradossalmente vacante un’altra direzione, quella che dovrebbe promuovere l’agroalimentare, l’artigianato e il turismo. Ovvero l’anima dell’Agenzia. Sembra impossibile, ma Sardegna promozione non ha un direttore generale che si occupa di promozione. 

Chiudono il cerchio ben cinque servizi che dipendono dalle direzioni generali: tre hanno a capo un direttore, due sono senza guida. E, come detto, in organico risultano appena diciotto dipendenti. Che pure tentano, tra non poche difficoltà, di fare il proprio lavoro. Che però spesso si riduce nell’istruire le pratiche relative alla sponsorizzazione della ‘Sagra del capitone’ e non già, come dovrebbe essere sulla carta, seguire da vicino e applicare politiche di reale promozione della Sardegna. L’assessore regionale al Turismo Luigi Crisponi in verità ci ha pure provato con le campagne ‘L’isola che danza’ e ‘Sardegna cuore d’acqua’ e ora lancia gli ‘Itinerari dello spirito’, ma al momento i numeri non sembrano dargli ragione: visite e presenze sono in costante calo – l’ultimo dato parla di una flessione del 12% – e  l’inversione di rotta sembra lontana.

“Ma è utile uno strumento gestito in questo modo? – domanda Sanna – Noi crediamo di no. L’assessorato competente ci ha fornito i dati sulle stime dei residui (la parte di denaro arrivata nelle casse dell’Agenzia e non inutilizzata, ndr) anno per anno: 12 milioni per il 2010, 4 per il 2011 e altrettanti per 2012. Cosa significa? Significa che si stanziano i finanziamenti ma i soldi non vengono impiegati, o vengono utilizzati male. Insomma: parliamo di una ulteriore prova dell’inutilità di Sardegna promozione”.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

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