Sardegna in zona verde, Nieddu frena. Ma Temussi ci crede, atteso il verdetto

Sulla Sardegna in zona verde, ovvero la fascia col più basso rischio Covid, ieri l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, ha frenato per via del numero non alto di tamponi, gestiti dall’Ats. Del resto senza fare un numero sufficiente di test, non si può sapere se la diffusione del virus è davvero bassa. Ma Massimo Temussi, commissario dell’Ats, ha una posizione diversa.

Il capo dell’Azienda per la tutela della salute ammette che sì, nell’Isola, il numero dei test è ridotto, “ma a quota 2.700, comunque è in linea con la soglia minima consentita per accedere alla zona verde europea. “In questo momento – spiega – la Sardegna sta facendo meno test, ma solo perché da una settimana non somministriamo più quelli ai passeggeri in ingresso in porti e aeroporti”. Infatti, solo negli scali, “potevamo arrivare a quota quattromila al giorno”.

La media di 2.700 giornalieri è il tetto richiesto per mantenere un livello di certificazione di Rt a livello zero. “Ultimamente – sottolinea Temussi – gli sforzi sul fronte tamponi sono stati concentrati su Aritzo”, il Comune del Nuorese in lockdown fino al 15 giugno a seguito dell’impennata di contagi nelle scuole, quindi il più coinvolto nella campagna di screening e tracciamento.

Il responso sull’eventuale ingresso dell’Isola in zona verde si dovrebbe conoscere domani, giovedì 10 giugno. la decisione spetta al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, il quale domani caricherà nelle prossime ventiquattro ore i dati trasmessi dal ministero della Salute. Possono entrare nell’area verde le Regioni che per 14 giorni registrano meno di 25 contagi ogni 100mila abitanti. “Un requisito che noi abbiamo, quindi dovremmo essere dentro – dice Temussi – ma attendiamo di conoscere la decisione anche alla luce delle condizioni di Aritzo e degli altri piccoli focolai nati nelle ultime settimane”.

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