“Squadre che vince, non si cambia”. Con questo refrain, Matteo Salvini, capo della Lega e ministro delle Infrastrutture, ha ricandidato ufficialmente Christian Solinas alla presidenza della Regione. Ma dagli alleati, precisamente dai centristi di Alleanza Sardegna nata sulle ceneri dell’Uds e che sta diventando il nuovo riferimento dei Psd’Az in rotta con Solinas, si fa il nome di Gavino Mariotti, rettore di Sassari.
L’una e l’altra novità sono riportare su La Nuova Sardegna oggi in edicola. E suona strana la coincidenza, perché se c’è una cosa chiara nella politica sarda è proprio la vicinanza tra Mariotti e Solinas, quindi si nasconde dell’altro nel fatto che rettore e governatore siano adesso in contrapposizione.
Proviamo a unire i puntini: Alleanza Sardegna è stata fondata dal consigliere regionale Giovanni Satta, che da marzo sta facendo il capogruppo del Psd’Az anche se ufficialmente è il vice. Il nuovo partito ha preso forma per opportunità elettorale, visto che le quotazioni di Solinas e quindi dei Quattro Mori sono in caduta libera. Satta difende il governatore su tutto. Ma ad Alleanza Sardegna si sono già avvicinati puire i sardisti Franco Mula e Stefano Schirru, che invece sono in posizione critica rispetto all’azione del capo della Giunta.
La sensazione che è la mossa di Salvini sulla ricandidatura di Solinas abbia l’obiettivo di far risalire le proprie quotazioni del governatore nella prospettiva di un suo ritiro. E quindi serva a garantirgli un altro incarico, una pista di atterraggio. Un lavoro. Del resto basta guardare i commenti alla pagina Facebook della Regione per capire che su Solinas non c’è trippa per gatti: è tutta una ridda di voci contro. Non solo: la posizione del presidente è delicata anche per via delle sue indagini. Ha un processo aperto, con l’accusa di abuso d’ufficio, per le nomine degli ex Dg Silvia Curto e Antonio Pasquale Belloi. È indagato per corruzione nella vicenda sulle docenze promesse all’Unilink di Roma e nell’ateneo di Tirana, un’inchiesta che vede coinvolti pure un altro ex direttore generale, Roberto Raimondi, e il consulente Christian Stevelli. Solinas è sotto accusa pure per la compravendita del rudere sui monti di Capoterra, pagato 550mila euro, ovvero dieci volte il suo valore, dall’imprenditore di Cagliari, Roberto Zedda.
Solinas, da aprile, è anche indagato insieme ad altre ventuno persone per le nomine sospette in Regione e all’Aspal, un altro fascicolo in mano al pm Andrea Vacca. Vien da sé che la posizione di Solinas non sia comoda, visto che verrebbe sospeso dall’incarico anche in caso di condanna in primo grado, per via della legge Severino sull’anticorruzione.
Salvini non può non sapere tutto questo. E Solinas, dal canto suo, ovvio che ha discusso la questione col suo riferimento politico. Anche perché dopo almeno due anni di distanza (Salvini a dicembre 2021 non partecipò al matrimonio di Solinas), il capo leghista e quello sardista si sono riavvicinati. Se infatti l’uno e l’altro non vogliono morire politicamente alle Regionali di febbraio 2024, hanno la necessità di unire le forze. Psd’Az e Lega, i due partiti più esposti della coalizione, in questo momento non hanno intorno a sé un grande consenso.
A leggere in filigrana la candidatura di Mariotti e considerando che Satta è in ottimi rapporti con Solinas, è molto probabile che l’indicazione del rettore serva solo ad anticipare la candidatura per fare un torto semmai a Paolo Truzzu, il sindaco di Cagliari che è papabile per la carica in Regione. Solinas lo sa che non gli conviene ripresentarsi alle urne: nell’annuale sondaggio sul gradimento dei governatori pubblicato da Il Sole 24Ore, il sardista è ultimo, con appena il 35 per cento di consensi.