Regione, dopo i soriani anche minoranza Pd chiede il rimpasto in Giunta

Dopo Pietro Cocco, capogruppo del Pd in Consiglio regionale e di area Soru (leggi qui), un altro dem della massima assemblea sarda reclama il rimpasto in Giunta alla luce dei risultati delle elezioni comunali. “La Sardegna non può aspettare”, scrive in una nota Franco Sabatini, presidente della commissione Bilancio che negli equilibri interni del Pd appartiene alla minoranza congressuale. “Serve subito un cambio di assessori – prosegue Sabatini -, in modo che il centrosinistra rilanci la sua azione di governo”.

Il consigliere regionale sottolinea: “Le voci su un imminente rimpasto in Giunta si inseguono da un anno e, con le motivazioni più disparate, questa azione di verifica è stata rimandata di mese in mese: elezioni comunali 2015, dimissioni del segretario regionale del massimo partito di governo, elezioni amministrative 2016, elezione del nuovo segretario regionale del Pd”. Adesso per Sabatini il tempo è scaduto, ma comunque la maggioranza è convinta sul da farsi, anche perché a luglio scade il mandato del presidente della Sfirs, Tonino Tilocca, e quello di Giovanni Caria, amministratore unico dell’Arst (leggi qui).

“Tutti – prosegue il dem – ci rendiamo conto quanto ormai un rimpasto della Giunta sia necessario ed improcrastinabile. Non si discute sul fatto che in seno al Pd ci sia un problema da risolvere, ossia trovare
l’accordo sul nome del nuovo segretario regionale che faccia convergere su una figura autorevole che metta d’accordo le diverse anime del Partito. Ma la soluzione non può tenere in scacco un’intera Regione”.

Sabatini, di certo, sa bene che l’accelerata sulla staffetta degli assessori è arrivata proprio dopo che il Pd ha ufficializzato la stretta finale sulla ricerca del leader (leggi qui). “All’interno del Consiglio regionale – chiude il presidente della commissione Bilancio – sono rappresentati tutti i partiti espressione della volontà dei sardi, condizione sufficiente per ragionare sul nuovo assetto della Giunta quanto prima. Tuttavia, per risolvere i problemi della Sardegna non basta cambiare la squadra, ma è necessaria l’apertura di una verifica nella maggioranza che governa l’Isola ai fini di un rilancio programmatico. Il Patto per la Sardegna, annunciato ripetutamente da Pigliaru e che potrebbe divenire uno strumento di rilancio socio-economico, non deve essere uno strumento ad uso esclusivo della Giunta: necessita di essere condiviso sia con i partiti che con le forze sociali, quale momento di verifica, discussione, condivisione di obiettivi e strategie, e finalizzato al rilancio del territorio, proprio come quando, nel maggio del 1950, al ‘Congresso del popolo sardo’ tutte le forze politiche si riunirono per lavorare al piano di rinascita della Sardegna”.

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