I Progressisti insistono sulla necessità di andare uniti alle Regionali e lanciano un ultimo appello all’unità, Renato Soru invece chiude la porta a una ricomposizione del campo e dice: “Vinceremo noi”. Il fondatore di Tiscali è intervenuto ieri a DiMartedì condotto da Giovanni Floris su La7 e ribadisce quanto sostenuto nelle ultime settimane: va avanti perché “il candidato presidente non può essere scelto con una imposizione romana fatta premiando la necessità di equilibri nazionali”. Soru è convinto poi che l’alleanza Pd-5s non premi alle elezioni amministrative (storicamente le performance elettorali del movimento guidato da Conte sono molto diverse rispetto a quelle delle elezioni Politiche) e rischi di far perdere voti a entrambi. “Abbiamo due storie totalmente diverse – ha detto l’ex governatore -, diversi comportamenti e modalità di fare politica. Ma se anche vuoi mettere insieme queste storie non lo fai a tavolino a Roma, al massimo alimentando un confronto, la conoscenza, la creazione di una fiducia reciproca e poi alla fine portando anche all’esterno la decisione sull’esito di questo confronto”.
Nessuna ulteriore richiesta di primarie. “Se qualcuno dice: facciamole, io partecipo volentieri, ma mi pare che il tempo sia scaduto, o quasi”. E rispetto alla possibilità di avvantaggiare il centrodestra (che pure ha le sue grane): “Partecipo perché occorre battere il centrodestra e mettere la fine a questa esperienza, che è stata pessima. Occorre dare una prospettiva nuova alla Sardegna. Sono certo che l’alleanza Pd-5s perderà”. Proprio ieri i Progressisti hanno ribadito la necessità di riunire le forze che si riconoscono nel campo di centrosinistra: “Crediamo, ancora, che la divisione dello schieramento democratico possa essere superata con un percorso condiviso di comparazione tra le candidature in campo e quelle che potrebbero manifestarsi come valide per assicurare la ricostruzione morale, istituzionale, culturale e amministrativa della Regione, ridotta in macerie dall’attuale Giunta”.
Il campo si è ristretto con il “metodo sbagliato” di una scelta che “non solo non ha allargato l’alleanza, ma l’ha ridotta significativamente”, e in più i tavoli non hanno tenuto in considerazione gli amministratori locali (come il sindaco di Quartu, Graziano Milia) che sarebbero necessari non solo per il contributo che potrebbero dare a livello di elaborazione programmatica ma anche per la campagna elettorale e convincere gli elettori. “Continueremo a sostenere la necessità di un pieno e autorevole impegno dei tanti amministratori e consiglieri comunali del civismo democratico, progressisti, di sinistra e autonomisti – hanno scritto nel documento della riunione del coordinamento regionale – che non possono essere tenuti da burocratismi di partito ai margini dell’impegno per lo sviluppo della società e dell’economia sarde. Le nostre autonomie locali sono corpo e anima dell’intera autonomia regionale”. E Massimo Zedda ribadisce ai microfoni de L’attimo fuggente su Radio Giornale Radio: “Il centrosinistra vince le Regionali solo se Todde e Soru vanno avanti insieme. Se voglio rifare il sindaco di Cagliari? Sì, ho già annunciato la mia disponibilità a candidarmi, ma non è una richiesta di scambio. Non abbandoniamo Soru”. Ora c’è attesa su cosa dirà la segretaria Elly Schlein, che sarà venerdì a Cagliari per la festa dell’Unità del Pd. Alle 18:30 alla Fiera interverrà insieme al segretario regionale Dem, Piero Comandini, e alla candidata del campo largo Alessandra Todde.
Andrea Tramonte