Regionali, centrodestra spaccato. FdI dice no al Solinas bis, il Psd’Az minaccia la corsa solitaria

di Andrea Tramonte

Lo stop è arrivato in modo brusco – una nota ‘sganciata’ di sabato sera – ed era certo nell’aria, ma la modalità ha creato uno strappo lacerante. FdI ha dato un avviso di sfratto a Christian Solinas non solo sostenendo che non ci sono le condizioni per una sua ricandidatura alle elezioni del 2024 ma anche criticando l’azione dell’esecutivo regionale di cui fa parte, chiedendo “discontinuità”. La reazione del Psd’Az non si è fatta attendere: l’ipotesi che i sardisti possano correre al di fuori della coalizione è sul tavolo. Se fino a qualche giorno fa a tenere banco in vista delle Regionali erano le spaccature all’interno del centrosinistra – con Renato Soru in campo a bombardare la candidatura di Alessandra Todde per la coalizione guidata da Pd-M5s – ora la situazione si è in qualche modo riequilibrata.

Sabato la coordinatrice regionale di FdI, Antonella Zedda, ha sbarrato la strada alla ricandidatura del governatore, che è ancora sostenuto dalla Lega (“squadra che vince non si cambia”, ripete Salvini). “Fratelli d’Italia ritiene che non ci siano più le condizioni per sostenere il secondo mandato del presidente Solinas. In altre Regioni d’Italia per vincere e per il bene della propria terra il presidente uscente ha deciso di compiere un passo di lato, consentendo alla coalizione di giovarsi dell’esperienza della prima legislatura ma con una guida nuova. Fratelli d’Italia, pertanto, ha deciso di assumersi l’onere di convocare un tavolo di coalizione per decidere unitamente agli alleati della maggioranza quale sia la strada da percorrere insieme, per tornare alla guida della nostra terra”.

“Un tavolo di confronto a livello regionale – dice la coordinatrice – che porti a un chiarimento definitivo e ad una decisione in cui possano rivedersi tutti gli alleati. Il nostro intento è continuare l’esperienza di questa coalizione, che deve però avere la maturità politica di individuare gli errori commessi unita alla convinzione di andare avanti aprendosi ai contributi delle altre forze politiche. Per questo Fratelli d’Italia vuole mettere la sua identità al servizio dell’intera coalizione, al fine di tornare a governare di nuovo insieme, battendo un centrosinistra confuso sia sul piano degli esponenti di governo che della proposta politica”. E poi il riferimento alla “discontinuità con il passato”, che – insieme al riferimento agli errori – suona come una sonora bocciatura della Giunta Solinas. Con il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, a bordo campo pronto al passaggio a Villa Devoto. Ma la situazione rischia di complicarsi anche per lui.

In una intervista all’Unione Sarda, il presidente Psd’Az e assessore ai Trasporti, Antonio Moro, ha lanciato alcuni messaggi alla coalizione. Il primo: l’asse con la Lega non è in discussione. Il secondo: Truzzu può avere anche la legittima ambizione di presentarsi alle Regionali, sostenuto in questo dal suo partito, ma lo strappo rende più difficile questo percorso. Il terzo: “I sardisti, ormai da più di vent’anni, stipulano accordi solo programmatici e hanno sempre dimostrato di avere le mani libere in tema di alleanze”. E infine: “Il Psd’Az ha il suo simbolo, i suoi valori, la sua bandiera e la sua storia secolare. Nessun sardista può avere timore nel presentarsi solo con i Quattro Mori alle elezioni”. E se FdI vuole convocare il tavolo di coalizione per individuare il nome del dopo-Solinas, Moro ammonisce: “Se qualcuno vorrà convocare il tavolo di altre, ipotetiche, futuribili coalizioni, lo potrà fare, ma assumendosene le responsabilità”.

La partita in Sardegna si intreccia ad altre situazioni a livello nazionale, nonostante il ‘Grande centro’ guidato da Antonello Peru continui a insistere sulla necessità di uscire fuori dalle dinamiche romane per scegliere il miglior candidato nell’Isola. Al voto andranno anche il Piemonte, con Alberto Cirio di Forza Italia in corsa, l’Abruzzo con Marco Marsilio (FdI) e la Basilicata con Vito Bardi. Ma le decisioni non sono ancora state prese e oltre al caso Sardegna si registrano tensioni anche in Trentino, con un braccio di ferro tra il governatore leghista, Maurizio Fugatti, e FdI: a sorpresa la vicepresidenza non è andata alla meloniana Francesca Gerosa, come da accordi pre-elettorali, e il partito della premier si è sfilato dalla Giunta. La mossa su Solinas è stata letta come una rappresaglia nei confronti della Lega. Il viicesegretario Andrea Crippa ha ribadito la posizione del Carroccio: ricandidare gli uscenti. “Vendicarsi per il Trentino non facendo partire le campagne elettorali, dove tra l’altro sono coinvolti i tre partiti, non mi sembra una scelta atta a confermar tutti e tre i governatori di centrodestra alle prossime elezioni”. E ha aggiunto: “Noi non mettiamo veti su altri candidati, non è piacevole che alcuni invece ne mettano sui nostri-. Quando si cambia un governatore uscente, poi alla fine si rischia sempre di non fare un bel risultato. Gli uscenti hanno fatto un buon lavoro, bisogna partire da loro”. Anche per questo non è scontato che la scelta di Truzzu come leader del centrodestra alle Regionali possa filare liscia, dopo lo strappo di sabato. Con un gioco di veti incrociati tra alleati, si potrebbe arrivare a una spaccatura come nel centrosinistra o all’emergere del nome di un ‘papa straniero’. Il profilo di Luca Saba di Coldiretti gira da tempo tra quelli sondati da FdI.

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