di Andrea Tramonte
“Per noi il candidato in Sardegna resta Solinas”, dice il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa. All’indomani del vertice di oltre nove ore che ha designato Paolo Truzzu come candidato del centrodestra alle Regionali, la spaccatura nella maggioranza è certificata dalle parole del numero due del Carroccio. Era chiaro già ieri notte che il percorso non sarebbe stato lineare o in discesa, quando sia Michele Pais – coordinatore della Lega nell’Isola – sia lo stesso Christian Solinas hanno fatto capire chiaramente che per loro la partita non era chiusa e rimandavano il regolamento di conti al tavolo nazionale: secondo leghisti e sardisti è quello il luogo deputato a decidere chi sarà il candidato alle Regionali. Tenendo conto – certo – anche di quella che loro considerano una mera “indicazione” del tavolo sardo.
“Noi facciamo tesoro delle parole di ieri di Giorgia Meloni nella sua ottima conferenza stampa. Il centrodestra è un valore e l’unico modo per vincere è riconfermare i candidati che hanno governato bene per cinque anni. Tutti i partiti del centrodestra sono stati rappresentati nelle giunte regionali e se ci fossero stati problemi li avrebbero sollevati, ma non lo hanno fatto”, ha detto Crippa ad Affaritaliani.it. Insomma: lo “squadra che vince non si cambia” che ha ripetuto Salvini negli ultimi mesi e che la stessa Lega ha ribadito con una nota nazionale quando il tavolo era in corso a Cagliari. “Prima delle Europee – dice Crippa – vanno al voto quattro Regioni e la Lega è per riconfermare i presidenti uscenti: Solinas in Sardegna, Marsilio in Abruzzo, Bardi in Basilicata e Cirio in Piemonte. Se così non fosse anche per una sola Regione, si riaprirebbero i giochi e il tavolo su tutte le altre Regioni. Prima inizia la campagna elettorale e meglio è, l’obiettivo è vincere uniti. Non è una questione di partiti, due di questi quattro candidati sono di Forza Italia (Bardi in Basilicata e Cirio in Piemonte) e per noi si deve andare avanti con gli uscenti che hanno ben governato. Noi siamo per la continuità, vedremo se altri si prendono la responsabilità di rompere e cercare alternative. La Lega segue le parole di Meloni in conferenza stampa: l’unità del centrodestra è un valore, abbiamo quattro presidenti uscenti che hanno amministrato bene e non c’è alcun motivo per cambiare nomi”.
Se non è un ultimatum poco ci manca. Cambiare anche solo una pedina riapre tutte le partite, quando mancano dieci giorni al deposito dei simboli e diciassette a quello delle liste. Un messaggio rivolto non solo alla premier e al suo partito, ma anche a Forza Italia: che in ballo ha due uscenti (e Tajani si era speso pubblicamente per le riconferme di tutti) e che con Cappellacci al tavolo cagliaritano ha dato indicazioni sul tenere unita la coalizione a tutti i costi. Ora la questione è molto semplice, per modo di dire: può il vertice nazionale sconfessare il tavolo sardo che peraltro ha indicato a larga maggioranza un esponente del partito della premier? A naso sembra abbastanza difficile, anche perché non sarebbe una scelta indolore e alcuni partiti della coalizione non sarebbero più della partita. E se il tavolo nazionale – come pare scontato – confermasse la scelta di Truzzu, a quel punto cosa farebbero Psd’Az e Lega? Solinas ha già detto che ne dovrebbero parlare gli organismi del partito e la possibilità di uno strappo sarebbe concreta. Ma anche la Lega, che si è esposta anche oggi dopo l’indicazione del tavolo – sconfessandolo – avrebbe qualche problema a fare marcia indietro. La senatrice e coordinatrice regionale di FdI, Antonella Zedda, ha detto all’Ansa: “Truzzu è il candidato per il centrodestra a larga maggioranza. Se Lega e Psd’Az vogliono tagliare i ponti con il centrodestra facciano pure”.