Regionali, Ines Pisano getta la spugna: la magistrata ritira la candidatura

Ines Pisano non è più candidata alle Regionali del 24 febbraio prossimo: la magistrata del Tar ha deciso il passo indietro, ufficialmente, dopo i dubbi dei giorni scorsi. A questo punto riscendono a sette gli aspiranti presidenti della Regione, tutti uomini. In campo restano Francesco Desogus (M5s), Vindice Lecis (Sinistra sarda), Paolo Maninchedda (Partito dei sardi), Andrea Murgia (AutodetermiNatzione), Mauro Pili (Sardi liberi), Christian Solinas (centrodestra) e Massimo Zedda (polo civico-politico di centrosinistra).

La magistrata avrebbe dovuto guidare la civica ‘Sardegna di Ines Pisano’ e il 14 gennaio aveva regolarmente deposito il simboli in Corte d’Appello a Cagliari (sono stati 26 quelli presentati). La candidatura sembrava cosa fatta, accompagnata anche da una raccolta fondi per la campagna elettorale annunciata su Facebook (leggi qui). Poi il passo indietro diventato oggi definitivo.

Nel gruppo social ‘Vogliamo Ines Pisano governatore della Sardegna’, aperto dai sostenitori della magistrata, si legge: “Avevamo individuato una persona neutrale e non incline a identificarsi in una particolare linea politica, utile ad abbracciare qualsiasi progetto e idee da portare avanti – è il riferimento alla Pisano -. Tutto ciò ha permesso in breve tempo di far crescere questo gruppo in maniera esponenziale e a far confluire in questo percorso anche: sovranisti, zona franchisti, imprenditori agricoli, allevatori, lavoratori precari, che hanno trovato in noi dei validi alleati a cui associarsi e creare un fronte comune, come non si era mai visto in passato. Negli ultimi giorni, in seguito a riflessioni sull’immensa diversità tra il suo mondo professionale e quello politico, la nostra stimatissima e apprezzatissima Ines Pisano, ha palesato qualche dubbio sulla volontà di proseguire questa avventura. Continueremo a portare avanti questo progetto per la Sardegna”.

In serata la nota della Pisano. “In bocca al lupo a tutti ma, in particolare, il mio incoraggiamento va a Massimo Zedda: pur nella recentissima conoscenza ho potuto apprezzare la mia stessa visione del futuro della Sardegna e l’onestà dell’uomo indisponibile a cedere a facili compromessi”. Sui motivi del ritiro la magistrata precisa: “Quando ho dato la mia disponibilità, ad animarmi erano due obiettivi. Da un lato la possibilità di costruire un progetto innovativo ed alternativo alle vecchie logiche, dall’altro unire il più possibile tutti coloro che si riconoscevano in una nuova idea di futuro per la Sardegna. Ebbene: la legge elettorale vigente non consente l’emersione di soggetti che non siano parte del sistema e già strutturati, e il rischio reale è quello di contribuire esclusivamente all’eccesso di frammentazione che dobbiamo superare. Quindi faccio un passo indietro come atto d’amore verso la Sardegna: non è una diserzione o una fuga, al contrario, un gesto di umiltà e passione per la nostra terra”.

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