Regionali, a Cagliari un terzo dei leghisti ha preferito Todde. “La neo-governatrice vince anche grazie ai voti di altre liste”

di Andrea Tramonte

Difficile parlare di voto disgiunto organizzato a favore di Alessandra Todde da parte di alcune liste del centrodestra. Il dato emerge dall’analisi dell’Istituto Cattaneo, che ha condotto alcune rilevazioni statistiche immediatamente dopo l’esito delle Regionali in Sardegna, che hanno visto prevalere – seppur di misura – la candidata del ‘Campo largo’ rispetto al sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu. I dati in possesso dei ricercatori non consentono di dare una risposta univoca sul peso di questi “tradimenti”, dei quali erano indiziati principali gli elettori di Lega e Psd’Az.

L’analisi dell’istituto si è focalizzata su Sassari e Cagliari. Nella città del Nord la quota di elettori leghisti che ha optato per il voto disgiunto è marginale. A Cagliari invece la quota è consistente: più di un terzo degli elettori del Carroccio ha votato per Todde. “Parliamo di percentuali relativamente piccole di consensi (1,5 per cento) –  scrivono – in rapporto al totale dei voti validamente espressi per i candidati presidenti nella città di Cagliari. L’esito della competizione è stato deciso da un margine ancora più ridotto ma risulterebbe improprio addebitarne la responsabilità ai soli voti leghisti ‘dissenzienti’. La nostra analisi rivela che sia a Sassari sia a Cagliari ci sono stati apporti alla candidata del centrosinistra di dimensioni nel complesso pari o superiori provenienti anche dagli elettorati di altri partiti del centrodestra”. 

L’analisi evidenzia come la vittoria di Todde sia stata favorita da apporti diversi. “Lei è l’unica candidata che intercetta trasversalmente voti provenienti da elettori delle liste di altre coalizioni. Ottiene voti sia da elettori del terzo polo guidato da Renato Soru sia dal elettori di partiti di centrodestra. Al contrario, Soru prende voti in uscita quasi esclusivamente da elettori che nello stesso momento hanno votato per liste del centrosinistra. Estraneo a questa dinamica, Truzzu non beneficia di quasi nessun apporto esterno. Inoltre, Todde attrae la quasi totalità degli elettori ‘senza partito’ (che non hanno espresso il voto di lista)”. 

La formula del Campo largo – con il valore aggiunto della candidata – ha funzionato. Ma il peso delle liste trainanti dell’alleanza va visto nel dettaglio. Perché nonostante la presenza della sua ex vicesegretaria nazionale, l’M5s rimane inchiodato al 7,8 per cento contro il 23,6 delle Politiche: consultazioni diverse, vero, ma si conferma la debolezza del movimento di Giuseppe Conte nelle consultazioni locali. “L’elettorato 5 Stelle rimane volatile e maldisposto a partecipare al voto in elezioni regionali o amministrative – scrive l’Istituto Cattaneo -. La direzione politica di Conte non è riuscita quindi a modificare questa caratteristica”. Il Pd invece tiene ed è costante, che si tratti di elezioni locali, nazionali o europee. Perde quattro punti percentuali, certo, ma bisogna considerare anche la scissione soriana con l’esodo verso l’ex presidente della Regione di eletti e dirigenti Dem. “Nel complesso tiene e, con il 13,8 per cento risulta, seppure di poco, primo partito dell’Isola”. 

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