Referendum trivelle, tempesta su Facebook per il post di Pigliaru

Tempesta su Facebook, ieri, per il post di Francesco Pigliaru dedicato al referendum del 17 aprile. Era la prima volta che il presidente della Regione prendeva posizione sulla consultazione popolare di domenica prossima. Pigliaru ha scritto che il voto “è una cosa infinitamente piccola”, perché non “è tra chi è a favore delle trivelle e chi è contro” (qui il testo completo). La bacheca del governatore è stata presa d’assalto con 134 commenti, 231 like e 110 condivisioni che hanno generato un fiume di polemiche.

La contrarietà l’hanno espressa intanto alcuni sostenitori dello stesso presidente. “È una posizione deludente da parte di un uomo che io stimo”, ha commentato Pino Farris. “Vergogna, il mio presidente, vergogna”, ha scritto Stefano Porceddu. “Presidente, mi permetta, sono deluso”, si legge a firma di Marco Portas.

Non sono mancati quelli che il governatore l’hanno subito difeso. “Vergogna di che? Di pensare? Di esporre un pensiero compiuto senza fare polemica? Di cosa dovrebbe vergognarsi?”, ha ribattuto Caterina Brau. E ancora, “Perfettamente d’accordo con Francesco”, scrive Bianca Biagi. Ma scorrendo i commenti si capiscono le ragioni del dissenso. Su tutto a Pigliaru viene imputato il fatto di non aver espresso chiaramente le proprie intenzioni di voto: “Lei è per il sì, per il no o per l’astensione? Sia più chiaro, grazie!”, scrive Antonello Palmas. E Marco Masala: “La Sardegna è una delle regioni promotrici. Che fa ora il suo presidente: consiglia la balneazione? Non ti sembra che dovrebbe essere d’esempio e stimolare la partecipazione e dare indicazioni? E’ un politico eh, mica il moderatore di una tribuna politica!”.

Il post di Pigliaru è duramente contestato anche tra i dirigenti del Pd che si erano divisi già dieci giorni fa, dopo la Direzione regionale del 2 aprile, nella quale il segretario Renato Soru aveva parlato di “referendum inutile“. E non era mancata la contrarietà del presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, convintamente in campo a sostegno del referendum.

Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas, ha scritto: “Secondo me è una posizione politica debole (quella di Pigliaru), figlia di un pensiero politico debolissimo. Ricordo sommessamente che alle elezioni del 2014, in Sardegna, votarono poco più del 50% degli aventi diritto. Continuare a giocare con la democrazia è un suicidio per la Sardegna; oltre al merito della posizione sul referendum che non vuol dire nulla nulla poiché non ne coglie gli aspetti politici nè quelli di politica energetica visto che qui in Sardegna si continuerà a bruciare ancora carbone, come nel 1950”.

Su Facebook si è espressa anche Laura Pisano, componente della Direzione in quota ex civatiani: “Io voterò sì per dire no a un modello di sviluppo che deve cambiare e anche velocemente. Voterò sì anche a sostegno della posizione espressa dal Consiglio regionale. È vero che la questione specifica non riguarda la Sardegna (come dice Pigliaru) ed è pure vero che ci dovrà essere una transizione progressiva. Ma Parigi ha definito l’orizzonte e l’urgenza di un cambiamento. Serve un segnale forte. Esiste un tempo per ogni cosa, ogni cosa ha un suo tempo. Il nostro è tempo di andare avanti, guardare il nostro mondo e proteggerlo. Siamo in cambiamento che vogliamo vedere nel mondo diceva Mahatma Gandi. Questo è il tempo. Il nostro sì”.

C’è comunque un altro pezzo di partito che blinda con un like la posizione espressa dal governatore. Tra quanti hanno messo il “mi piace” ci sono i deputati Romina Mura e Siro Marrocu. Ma anche l’ex parlamentare Guido Melis, il capogruppo Pd in Consiglio regionale Pietro Cocco, e il sindaco di Sarroch nonché presidente del Consorzio industriale Cacip, Tore Mattana. Ecco pure la dirigente del partito Micaela Morelli, cabrasiana di ferro. (al. car.)

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