Comincia alle 11, in Consiglio regionale, la seduta che in giornata deve portata alla scelta dei tre delegati sardi che parteciperanno all’elezione del nuovo Capo dello Stato. I lavori di oggi sono stati preceduti ieri da una serie di riunioni che non aiutano però a svelare del tutto i giochi.
Il primo dato politico è che gli inciuci sembrano scongiurati: Pd, Progressisti,. Leu e M5s esprimeranno una sola preferenza anziché due e convergeranno su Gianfranco Ganau, capogruppo dei dem, il partito più numeroso della minoranza. Tuttavia prima della seduta le forze di opposizione faranno un nuovo incontro per verificare, una volta di più, se è davvero tramontato il flirt tra Udc e Pd.
Come noto, la presenza di un rappresentanza della minoranza nella terna dei delegati è previsto dall’articolo 83 della Costituzione. C’è poi la prassi che vuole a Roma, per votare il capo dello Stato, anche il presidente della Regione e quello del Consiglio. Tradotto in nomi, sarebbero Christian Solinas e Michele Pais.
Ma qui si è aperta una crepa che non sembra ancora chiusa: Pais rischia di non arrivare a Roma perché ieri l’Udc ha detto agli alleati che lo scudo crociato non vuole vincoli sul rispetto della prassi. E siccome da giorni Antonello Peru, la quota Cambiamo del gruppo Udc, si è autocandidato come delegato, è probabile che prenda il posto di Pais nella terna.
Ovvio che gli effetti sarebbero pesanti per la maggioranza. Ma se Peru dovesse battere Pais, sarebbe solo l’ennesimo ceffone che si dà il centrodestra sardo. Sempre più sfilacciato e con Solinas incapace di dettare una linea che metta d’accordo tutti.
Nulla si sa, invece, sull’opzione sindaci, dopo la richiesta formale fatta dal presidente nazionale di Anci, Antonio Decaro, ai Consiglio regioni d’Italia. Obiettivo: inserire nella terna dei delegati anche una fascia tricolore. In pole resta l’onorevole e primo cittadino di Nughedu Santa Vittoria, Francesco Mura, ma al momento non ci sono prese di posizione formali. (al. car.)
