Pronta la rivoluzione delle Province: Solinas cerca il sostegno bipartisan

La rivoluzione delle Province rischia di mettere a dura prova il Consiglio regionale che dovrà intervenire per modificare l’attuale geografia degli enti locali. Il presidente della Regione, Christian Solinas, lo ha scritto chiaramente nelle dichiarazioni programmatiche: “Quale ente intermedio tra Comuni e Regione dobbiamo ripristinare le Province, dotandole di legittimazione popolare diretta, con risorse e funzioni ben precisate”.  Attualmente in Sardegna ce ne sono quattro (Sud Sardegna, Nuoro, Oristano e Sassari) più la Città metropolitana di Cagliari. La riforma approvata durante la scorsa legislatura – la legge 2 del 2016 – ha consegnato alle Unioni di Comuni un ruolo di primo piano nella mappa amministrativa sarda, ma proprio queste Unioni sono destinate a scomparire, nell’idea del governatore.

La prima proposta di legge che è stata depositata in queste settimane è quella per l’istituzione della Provincia del Nord-Est. L’hanno presentata Giuseppe Meloni (Pd) e Giovanni Satta (Psd’Az), avversari in Consiglio regionale ma entrambi galluresi. Perché quando si tratta di restituire autonomia a un territorio, l’appartenenza al partito si indebolisce rispetto alla provenienza territoriale. La resurrezione della Provincia Gallura l’aveva promossa lo stesso Meloni nella scorsa legislatura, ma venne affossata per via dei veti incrociati che hanno rischiato di spaccare il centrosinistra, allora maggioranza. Lo scontro politico si aprì tra i consiglieri di Lanusei-Tortolì, Carbonia-Iglesias e Sanluri-Villacidro, ossia i rappresentanti dei territori rimasti senza ente intermedio dopo l’approvazione della legge 2 che salvò solo le Province storiche.

Quel clima non è cambiato. Le rivendicazioni non arrivano solo dalla Gallura. Dietro l’angolo ci sono appunto l’Ogliastra, il Sulcis e il Medio Campidano, pronti a riprendersi quell’autonomia che già col referendum del 2012 si voleva eliminare. Stessa cosa per lo status di Città metropolitana: al momento è concesso solo a Cagliari, ma gli eletti nel collegio di Sassari (a questo giro privato di una rappresentanza in Giunta) potrebbero riprendere la battaglia. Non a caso il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, ha tirato in ballo la questione durante il suo discorso di insediamento. Pais ha parlato di  “un riequilibrio degli assetti tra il Sud e il Nord dell’Isola con l’istituzione della Città metropolitana di Sassari”.

Visti i presupposti, per portare al traguardo una nuova riforma è necessario superare alcuni ostacoli, che riguardano soprattutto l’effetto “campanile” che in questo tipo di riforme riesce ad abbattere gli steccati tra partiti e dare vita a un meccanismo di trasversalità. Nessuno si sbilancia sul numero di Province da ri-istituire, perché questo è uno dei temi cardine di tutta la riforma. La maggioranza per ora si è limitata a sostenere l’idea del governatore, confermando, in quasi tutti gli interventi di risposta alle dichiarazioni programmatiche, la necessità di una rivoluzione. Lo ha detto l’esponente della Lega, Pierluigi Saiu, presidente della commissione Autonomia dove prenderà vita il testo sulla riforma: “Le Province dovranno avere organi eletti direttamente dai cittadini e non dobbiamo avere paura di chi parlerà di poltrone, perché la viabilità provinciale cade a pezzi e non ci sono risorse”.  Lo stesso Stefano Schirru, consigliere del Psd’Az, ha sottolineato che “l’abolizione delle Province è stata un insuccesso”, dimostrando che la linea del centrodestra è univoca su questo aspetto, come dimostra anche l’apertura da parte di Aldo Salaris, esponente dei Riformatori: “Non cambia la nostra opinione, è un errore rivitalizzarle, ma siamo pronti comunque a un confronto con la Giunta e la maggioranza”.

Nel centrosinistra le posizioni sono variegate: dai banchi del gruppo Progressisti, Gianfranco Satta ha posto dubbi sulla legittimità costituzionale di abolire le Unioni di Comuni, mentre l’esponente del Pd, Roberto Deriu, promuove l’idea di rivedere il ruolo delle Province, cancellate “quando la furia demagogica consentì allo Stato di depauperare fortemente le città medie e i territori rurali, privandoli di quella infrastruttura civile ed essenziale costituita dalle province”. Duro invece Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, ex presidente della commissione Autonomia, che riscontra “diversità di vedute tra le dichiarazioni programmatiche del presidente Solinas e quanto detto dalla maggioranza”. Inoltre, il consigliere regionale della sinistra chiede “coerenza con l’idea di riforma sanitaria” e consiglia di “affrontare prima il tema delle entrate fiscali e dei bilanci in rosso delle Province”.

Matteo Sau

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