Pranzo di Sardara e lobby dei burocrati. Solinas: “Prima picconata al sistema”

Una lunga intervista a tutto campo, un intento chiarificatore palese e tanto spazio per raccontare la propria visione. Così il presidente della Regione Christian Solinas appare nelle colonne de La Nuova Sardegna di oggi.

A partire dal pranzo di Sardara e alle sue conseguenze sull’apparato della Regione, che Solinas lega a doppio filo con la necessità e opportunità del disegno di legge 107 sul maxi staff. Per il presidente il banchetto nella struttura termale in barba alle regole anti Covid è frutto di una sorta di lobby segreta dei burocrati regionali. “L’interrogativo maggiore, per le istituzioni, è se sia possibile tollerare che un sistema di relazioni trasversali che si consolidano alle spalle e all’insaputa delle istituzioni democraticamente elette, possa sostituirsi alla politica e alle istituzioni stesse. Ecco perché il disegno di legge 107, oggi più che mai era necessario. È la prima picconata ad un sistema che non è più tollerabile”, sostiene Solinas.

Necessario, secondo il presidente, “perché incide sull’assetto burocratico della Regione per restituire speditezza, snellezza all’azione amministrativa e per individuare con chiarezza poteri e responsabilità. La Regione era organizzata con direzioni generali equi-ordinate: ciascuna era un piccolo califfato indipendente; dopo 40 anni c’è una riforma della struttura della presidenza”. Una gestazione lunga che per Solinas è colpa dell’ostruzionismo dell’opposizione.

Un cenno anche all’alleato Giorgio Oppi, spesso critico sulla gestione dell’emergenza sanitaria: “L’onorevole Oppi è uomo di grande esperienza che ha a lungo dato un importante contributo nel governo della sanità sarda e quindi è maggiormente appassionato di questi argomenti rispetto a altri. Con lui c’è a volte un confronto serrato, ma sempre franco e leale e orientato a trovare soluzioni in positivo”.

Poi il tema Covid. “Credo sia sotto gli occhi di tutti il fatto che la gestione commissariale, con l’arrivo del generale Figliuolo, abbia avuto certamente una svolta, nei numeri e nell’organizzazione, nel Paese e in Sardegna. Il governo Draghi ha una base parlamentare molto ampia, rappresenta punto di riferimento meno dedito a posizioni ideologiche e più orientato al pragmatismo del fare”.

“I numeri e tutti gli indicatori – continua – ci dicono che la situazione è profondamente migliorata. Da tempo avremmo numeri per essere in zona bianca e la campagna vaccinale sta finalmente marciando. Fin dal principio gli hub e il servizio sono stati efficienti, avevamo la criticità del sistema di prenotazione che ora fortunatamente è stata superata con l’accordo fatto con Poste e con alcune iniziative mirate come i vaccine day nelle isole minori, aperture notturne e integrazione con il mondo del terzo settore” per raggiungere “i territori più interni”.

“Abbiamo bisogno di manutenzioni normative, già concordate con il Governo, sulla riforma sanitaria e sulla riforma degli enti locali – rileva Solinas – abbiamo l’esigenza di fare l’assestamento di bilancio. Chiusa questa parte, ci può essere il momento di riflessione”, all’interno della maggioranza regionale. “Ho fatto una scelta di cuore due anni fa, lasciando il Senato – conclude – ma per un sardo e sardista come me la presidenza della Regione Sardegna ha un valore inestimabile e diventa una sfida importante e un obbligo morale contribuire in minima parte al miglior futuro”.

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