Non è compatto il Pd sul piano di dimensionamento scolastico. Così è venuto fuori nella Direzione di Oristano. Meglio: una fetta di partito è allineata con la giunta di Francesco Pigliaru, a prescindere dalle correnti interne. Ma così vale anche tra quanti difendono la linea del segretario Renato Soru, contrario al taglio delle pluriclassi perché considerate un fattore capace di alimentare l’ulteriore spopolamento dell’Isola. Resta il fatto che la posizione dell’Esecutivo è chiara: non ci sarà alcuna marcia indietro, né correzione.
Intanto c’è da registrare la posizione di Pietro Cocco, capogruppo Pd in Consiglio regionale e di stretta osservanza soriana. Come emerso nel liveblogging curato dallo stesso partito sul profilo Facebook PdSardegna.it, Cocco ha detto: “Io ho difficoltà a sostenere le pluriclassi, ma per operazioni di dimensionamento dobbiamo essere capaci di ascoltare tutti attuando misure correttive e compensative”.
E pure un’altra soriana di ferro, la deputata Caterina Pes, si è posizionata al fianco della Giunta, senza però rinunciare a un richiamo. “Crediamo – ha detto la parlamentare – che le pluriclassi vadano chiuse, le linee guida della regione le condivido tutte”. Poi la sottolineatura-monito: “Il ridimensionamento deve essere inserito in un sistema, per questo sono sbagliati i tempi dell’Esecutivo. La Regione deve dare un’idea un’idea chiara di istruzione alla Sardegna. Serve ad esempio un’anagrafe degli studenti”.
Equidistante un’altra deputata, Romina Mura, cabrasiana e primo cittadino a Sadali. La Mura ha spiegato che “i sindaci vivono il taglio delle pluriclassi come un primo passo verso un arretramento dei servizi”. Quindi ha invitato Giunta e Consiglio regionale ad approvare una legge che moduli l’istruzione sarda “in base alle peculiarità geografiche e demografiche dell’Isola”.
Al fianco di Soru si è schierato anche Carlo Carta, rappresentante della minoranza guidata dal senatore Ignazio Angioni. Carta è stato uno dei più netti. “Io sono per la pluriclasse – ha chiarito-. Intanto ritengo valida la frase che se chiude una scuola, muore un paese”, così come in un post su Facebook l’aveva scritta Andrea Murgia, responsabile economico del partito (qui l’intervista integrale). Carta ha aggiunto: “L’unica esperienza di pluriclasse che ho fratto è stata quella delle Frattocchie. A Gesico i risultati si possono misurare, ma non sono stati tenuti in considerazione dalla Regione. Nel mio Comune i bambini non possono neppure frequentare il catechismo, la scuola è l’ultimo baluardo per le nuove generazioni”.
A Oristano c’era pure Marco Murgia, consigliere comunale a Cagliari dove è componente della commissione Pubblica istruzione. Murgia parte da un presupposto: “Nella linee guida del Piano è scritto che la Regione vuole cancellare tutte le 169 pluriclassi , in nome di una disfunzionalità didattica che non risulta dimostrata da alcuno studio”. Per questo, il consigliere invita la Giunta a raccogliere intanto i dati. “Solo fotografando l’esistente si può impostare una politica per la scuola a misura di Sardegna. Diversamente continuiamo a restare nel mainstream che taglia in nome di un generico e non provato miglioramento della qualità formativa”.
A Oristano contro la cancellazione delle pluriclassi si è schierato pure Pier Sandro Scano, presidente di Anci Sardegna. Una posizione, quella di Scano, ribadita dopo le tante dichiarazioni dei sindaci, anche loro divisi tra favorevoli e contrari (nei giorni scorsi sono intervenuti, tra gli altri, i primi cittadini di Bortigiadas, Escolca e Samugheo“. Il presidente Anci non ha usato mezzi termini: “La chiusura delle scuole è una trauma, una ferita. Noi dobbiamo essere capaci di fare una proposta per ogni territorio dando ai Comuni prospettive di un futuro. Abbiamo zone della Sardegna che fra 30 anni non ci esisteranno più, saranno disabitate. Non è un problema sentimentale, è una questione di lettura della realtà. Ci devono essere risorse dedicate contro lo spopolamento”.
Tra i sindaci che condividono la linea della Giunta, ecco Gianfranco Soletta (Thiesi). “Nel nostro territorio – ha detto – sono state chiuse tre pluriclasse. Io credo sia positivo, perché i ragazzi studieranno meglio. Di certo, bisogna ridistribuire meglio le autonomie in tutto il territorio regionale, ne va della qualità dell’istruzione”.
Da Giacomo Spissu – quota Cabras, ex presidente del Consiglio regionale – è arrivata infine l’ultima difesa al piano di dimensionamento. “Io – ha spiegato – nelle pluriclassi ho insegnato: sono un danno, perché la scuola non è solo didattica ma anche socialità”.
Al. Car.
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