A un anno esatto dalla presentazione del Piano Sulcis, si tirano le somme di quanto è stato fatto. Era il 13 novembre 2012 quando una delegazione del governo italiano, composta dagli allora ministri Corrado Passera (Sviluppo economico) e Fabrizio Barca (Coesione sociale), andò alla miniera di Serbariu per presentare il ‘salvagente’ contro la crisi, lo strumento che avrebbe risollevato le sorti di un territorio stritolato dalla disoccupazione. Fuori dal palazzo, scene di guerriglia urbana, con i tremendi scontri tra operai e forze dell’ordine.
Ma dodici mesi dopo, cosa ha portato il Piano Sulcis? Secondo i sindacati la risposta è molto semplice: “Poco o niente”. Roberto Puddu, segretario della camera del lavoro di Carbonia, grida allo scandalo: “Gli unici denari spesi sono quelli per la stesura dello stesso Piano. Una vergogna. Per la portualità di Portovesme l’assessorato regionale all’Ambiente non ha predisposto neppure un progetto di massima. Eppure i fondi erano immediatamente disponibili. I porti turistici? Le strade? Il concorso di idee? Fuffa, come direbbe Claudio De Vincenti. Ossia aria fritta. Ma il Sulcis, senza le industrie, non può vivere”. A far cambiare idea a Puddu non è servito nemmeno l’incontro tenuto oggi pomeriggio a Roma tra il sottosegretario Claudio De Vincenti, una delegazione della giunta regionale, sindacati e sindaci del territorio.
Insoddisfatto anche il coordinatore del Piano, Salvatore Cherchi. “Il Governo e la Regione sono responsabili dei forti ritardi nell’attuazione delle norme e dei progetti previsti dal Piano Sulcis”. L’ultimo presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, oggi commissariata, rileva che comunque qualcosa è stato fatto: “Ci sono 124 milioni per la fiscalità di vantaggio. Per le imprese, si prevede l’abbattimento quasi totale delle imposte per i primi cinque anni, poi a scalare nei sette successivi. Si partirà il 15 dicembre”.
“La Regione – dice Cherchi – ha poi ricevuto 30 milioni per realizzare strade, 7 milioni per rendere il porto di Portovesme accessibile a navi più grandi e dotarlo di nuovi servizi tecnologici, 34 milioni per potenziare i porti turistici del Sulcis e un milione di euro solo per delimitare la zona franca doganale del porto di Portovesme. Totale: 72 milioni di euro. Ma di tutto ciò non è stato realizzato niente”. E il concorso ’99ideas’, che ha premiato 6 progetti e può contare su una dotazione di 56 milioni di euro, è fermo”.
Ci sono poi 180 milioni destinati alle bonifiche. “Entro il 20 novembre – ricorda Cherchi – sarà firmato un accordo di programma fra Regione e Governo per la semplificazione delle procedure e delle autorizzazioni e si dovrebbe parlare anche del bacino dei fanghi rossi dell’Eurallumina. Siamo comunque in forte ritardo”.
Carlo Martinelli