Piano Casa e assalto alle coste, ecco gli interventi stoppati dai giudici

I mattonari sardi devono aspettare un altro giro: a questo i giudici della Corte Costituzionale hanno stoppato l’assalto alle coste che Christian Solinas e alleati avevano messo in piedi attraverso il Piano Casa, con la sola eccezione dell’Udc di Giorgio Oppi che il presidente lo aveva messo in guardia.

Ma Solinas a quell’orecchio non ha voluto sentire e si è beccato l’ennesima bocciatura da parte della Consulta, epilogo del ricorso per illegittimità costituzionale presentato dal Governo. Era il 18 gennaio del 2021 quando veniva approvata la legge 1 che modificava i precedenti Piani Casa del centrosinistra, a sua volta ereditati dal centrodestra. Tanto che la prima paletta rossa sollevata dai giudici riguarda proprio lo stop alle proroghe, il cui “indefinito succedersi interferisce con la tutela paesaggistica e determina il vulnus denunciato dal ricorrente”, si legge nella sentenza in riferimento all’articolo 2.

Seguendo sempre l’ordine del testo normativo, con il dispositivo del 28 gennaio la Corte Costituzionale ha fermato la realizzazione di “scuderie nell’agro di Oristano“, anche nei “lotti di superficie inferiori a un ettaro e superiori a mille metri quadrati”, recitava l’articolo 3.

La ciccia del Piano casa targato Solinas era legata a doppio filo all’articolo 5 con una colata di cemento che dalle strutture ricettive si estendeva a quelle sanitarie e socio-sanitarie. Ma i giudici della Corte Costituzionali hanno detto niet. Gli aumenti volumetrici contenuti nel comma ‘B’ andavano dal 15 al 50 per cento, con un impatto sul territorio di enormi proporzioni. Stando al Piano Casa del centrodestra, queste premialità in metri cubi si sarebbero dovute applicare tanto nelle zone costiere (F) quando nei centri urbani (zone B, C e G, quindi residenziale e servizi di interesse generale). Cassato anche il comma ‘i’. Significa che sono respinte “le verande coperte amovibili da tenere per 240 giorni all’anno”. Non si è salvata nemmeno la norma che prevedeva il 50 per cento di cubature in più nelle zone agricole fuori dalla fascia del 300 metri dal mare.

Col Piano Casa del 2021 Solinas e alleati avevano inventato pure il trasferimento delle cubature in zona residenziale (B di espansione e C di completamento) per coloro che le avevano in aree destinate ai Pai (Piani di assetto idrogeologico) e classificate come H, cioè di totale inedificabilità. Anche su questo si è allungata la scusa della Consulta: l’articolo 13 è illegittimo, hanno sentenziato i giudici. Bocciatura anche due commi dell’articolo 14: uno aveva un effetto retroattivo su alcune disposizioni normative, un altro autorizzava le demolizioni e le successive ricostruzioni “senza rispettare l’ubicazione, la sagoma e la forma del fabbricato” da buttare giù.

Le illegittimità riscontrate negli articoli 18,, 18, 19 e 21 sono di carattere tecnico e riguardano “Differimento dei termini”, “Norme transitorie”, “Tolleranze edilizie” e “Destinazioni d’uso”. I giudici non hanno salvato nemmeno la possibilità per i Comuni di autorizzare le aree parcheggio in terreni privati, come previsto all’articolo 23. Affossati inoltre i nuovi campeggi (articolo 24).

La spallata al Ppr era prevista all’articolo 24 “per finalità turistiche” e più precisamente per “la destagionalizzazione dei flussi”. Ma anche in questo caso la Consulta, leggi alla mano, ha puntato la prua contro il centrodestra sardo. Perché ogni modifica al Piano paesaggistico regionale deve passare dalla co-pianificazione tra Stato e Regione. Insomma, l’ambiente è un patrimonio collettivo da preservare, non un oggetto del desiderio da gestire a colpi di maggioranza.

Infine l’articolo 30: i giudici costituzionali hanno spedito nella spazzatura anche la norma che assegnava al Piano Casa un carattere “prevalente sugli atti di pianificazione, anche settoriale, sugli strumenti urbanistici generali e attuativi e sulle altre vigenti disposizioni normative regionali”. Una gerarchia giuridica senza alcun fondamento, è la sintesi della Consulta.

Resta da capire quali effetti avrà la nuova mazzata dei giudici costituzionali negli assetti della maggioranza. Anche perché sul Piano Casa si è consumato l’ennesima frattura interna con l’Udc di Oppi contrario alla linea lassista sul consumo del territorio. Ma gli appelli dello scudo crociato sono rimasti inascoltati. Insieme a Solinas la figuraccia l’ha fatta più di tutti l’assessore all’Urbanistica, Quirico Sanna, a cui gli ambientalisti del Grig, con in testa il presidente Stefano Deliperi, a fine 2021 gli hanno in pagella un severo tre meno più.

Alessandra Carta

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