Medici in fuga da piccoli centri, il Dg della Asl 8: “Serve responsabilità”

“Si deve anteporre l’interesse della collettività a quello dei singoli”. Marcello Tidore, il Dg della Asl 8 di Cagliari che ha competenza sino all’ospedale di Isili, commenta così la fuga dei medici dai piccoli centri. Negli ultimi giorni i casi sono stati due: uno a Esterzili, l’altro a Muravera.

Nel Comune della Barbagia di Seulo ha dato forfait il neo medico di base, rimasto in servizio appena tre ore. A Muravera una dottoressa avrebbe dovuto prestare servizio al San Marcellino, ma anche in questo caso è arrivato il “no”, stavolta prima che il contratto venisse firmato.

Tidore – al centro della foto – guarda dal suo punto di vista, quello organizzativo, che è la difficoltà di gestire una sanità che fa acqua da tutte le parti. Il Dg, dalle pagine de L’Unione Sarda, ha detto: “Il mercato, drogato sia dalla carenza di medici rispetto ai posti disponibili sia dalle risorse economiche messe a correre per il Covid, rende le retribuzioni poco appetibili. A un certo punto però bisogna anteporre il bene della collettività all’interesse del singolo“.

Tidore ha spiegato come funziona il sistema: “Esistono regole che impediscono ai direttori generali di poter dire: ‘Tu lavori in questa sede e tu in un’altra’, sono i medici che decidono dove andare. Bisogna quindi fare una riflessione sul contratto che questi medici stipulano con la Regione. Forse andrebbero cambiate queste regole perché non c’è più questo spirito di mettersi al servizio degli altri“.

Di certo il primo manager della Asl 8 non vede di buon occhio i forfait, nell’ottica della sanità pubblica che resta sguarnita. E sottolinea, appellandosi ai più giovani: “In Sardegna troviamo faticoso spostarci anche nel raggio di 15 chilometri. Nella fase iniziale della carriera, invece, lavorare nel territorio ed essere in prima linea va visto come un momento di arricchimento”.

Quindi il passaggio finale sull’organizzazione complessiva della sanità: “Vogliamo puntare sul rafforzamento del territorio, ma se non riusciamo a convincere i giovani che la loro carriera può essere soddisfacente. Con le regole attuali non possiamo portare avanti questo tipo di strategia”.

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