La rete ospedaliera all’ultimo miglio, oggi il voto finale sulla riforma

La rete ospedaliera è all’ultimo miglio: dalle 16 il Consiglio regionale torna a riunirsi per l’approvazione definitiva della riforma e la sua conversione in legge. Col voto atteso in serata si chiuderanno due anni di dibattito seguiti al via libera dato dalla Giunta di Francesco Pigliaru a luglio 2015, quando su proposta dell’assessore alla Sanitò, Luigi Arru, venne disegnata la nuova riorganizzazione dell’assistenza sanitaria in Sardegna. Tre i punti chiavi: 134 milioni di risparmi in tre anni, ridistribuzione dei posti letto e taglio agli sprechi, come il superamento dei ricoveri facili.

La rete ospedaliera è costruita in base alle direttive del decreto ministeriale 70 che classifica le strutture sanitarie: a ogni categoria corrisponderà l’assegnazione di un preciso numero di posti letto e di reparti. Il massimo grado corrisponde agli hub, cioè i poli di specializzazione. In Sardegna saranno due: a Cagliari il presidio unico del Brotzu, che accorpa il Microcitemico (stabilimento di riferimento regionale per le patologie pediatriche) e il Businco (stabilimento di riferimento regionale per le patologie oncologie); a Sassari il Santissima Annunziata e le Cliniche universitarie, a cui sono state riconosciute “attività di didattica e ricerca”.

Sotto gli hub ci sono i Dea di secondo livello e nella riforma della rete ospedaliera al voto oggi hanno questa classificazione, singolarmente, lo stesso ospedale Brotzu e ancora il Santissima Annunziata e le Cliniche universitarie.

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Immediatamente sotto, il San Francesco di Nuoro che, dopo un lungo scontro in Aula concluso giovedì scorso, ha ottenuto il riconoscimento di Dea di primo livello rinforzato con l’assegnazione di una Breast unit (centro di senologia), una Stroke unit (centro ictus) e il potenziamento dell’oncologia. Col grado Dea di primo livello più l’attività intregrata di didattica e ricerca sarà inquadrato il Policlinico di Monserrato. Verranno invece classificati come Dea di primo livello ‘semplice’ il Giovanni Paolo II di Olbia, il San Martino di Oristano, il Nostra Signora di Bonaria a San Gavino e il Santissima Trinità di Cagliari. Dal 2018 sarà Dea di primo livello anche l’ospedale civile di Alghero.

Questa stessa classificazione è stata attribuita al futuro presidio unico del Sulcis, dove il Sirai di Carbonia avrà funzioni Dea sulle emergenze/urgenze, mentre il Cto di Iglesias sulle attività programmate come la chirurgia e il reparto materno-infantile. Il Dea di primo livello per i servizi del 118 è stato riconosciuto anche al Nostra Signora della Mercede di Lanusei, contestualmente all’avvio dell’azienda sanitaria di riferimento, l’Areus, il cui direttore generale verrà nominato nella prossima seduta di Giunta, inizialmente programmata per oggi e invece slittata a venerdì 27. Il Paolo Dettori di Tempio sarà invece stabimento di base con funzioni Dea di primo livello.

Come stabilimenti riabilitativi la riforma riconoscerà il Marino di Alghero, il Santissima Maria Annunziata di Guspini e il Zonchello di Nuoro. Anche il Marino di Cagliari avrà questa classificazione, ma nella riforma è stata inserita pure la sua possibile conversione in chiave turistica, come albergo. Il Segni di Ozieri sarà ugualmente una struttura riabilitativa, ma col grado “rinforzato” e funzioni di Dea per le attività programmate di chirurgia.

Cinque gli ospedali di zona disagiata: Mastino di Bosa, San Giuseppe di Isili, San Marcellino di Muravera, San Camillo di Sorgono e Paolo Merlo di La Maddalena. Il Delogu di Ghilarza verrà invece classificato come stabilitmento Cet (centro emergenza territoriale).

Gli ospedali di comunità, che ospiteranno i pazienti dopo il ricovero in ospedale e prima di tornare a casa, verranno aperti a Ozieri, Ittiri, Thiesi, Tempio, La Maddalena, Nuoro, Sorgono, Ghilarza, Bosa e Iglesias.

Infine il San Giovanni di Dio a Cagliari sarà sì un’appendìce sanitaria del Policlinico di Monserrato, dove sono stati trasferiti quasi tutti i reparti del vecchio ospedale civile del capoluogo. Ma non è detto che in futuro continuerà ad ospitare gli ambulatori: attraverso la riforma avrà assegnata anche la destinazione urbanistica di struttura museale.

Nella seduta odierna del Consiglio regionale non è previsto che ci siano cambi a questo schema di classificazione: il dibattito in Aula preparerà solo l’approvazione finale del testo, nel suo complesso, visto che sino a oggi sono stati discussi ed emendati i singoli articoli. (al. car.)

 

 

 

 

 

 

 

 

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