“Mi sono allontanato dalla politica per un po’ ma non è detto che sia sempre”. Renato Soru lo conferma a Sardinia Post dopo che venerdì 31 marzo, in un convegno a Nuoro, l’ex governatore ha detto di “non aver chiuso la porta alla politica”. L’occasione per una nuova corsa sarebbero le Regionali del 2024. Una ricandidatura dopo l’uscita di scena da Villa Devoto a fine 2008, culmine di una lite pesantissima tra gli alleati di centrosinistra, sotto l’ombrello del Pd nato appena un anno prima.
Dunque Renato Soru sta ripensando alla Regione, a quella legislatura che Massimo Dadea, suo amico personale e allora assessore agli Affari generali, ha tracciato in un libro dal titolo ‘Meglio Soru (o no?). La febbre del fare 13 anni dopo‘. Il saggio, attraverso la penna di chi è stato protagonista in quella stagione politica o le riflessioni di blasonati commentatori, è diventato qualche mese un tour in giro per l’Isola. Soru partecipa sempre. Ma solo qualche giorno fa, al teatro San Giuseppe del capoluogo barbaricino, ha scoperto le carte.
A dare la stura per la pubblica confessione è stata la tavola rotonda dal titolo ‘Politica: quando e dove ti sei persa?‘. L’ha voluta e organizzata da Antonello Mura, il vescovo di Nuoro e Lanuesei, nonché presidente della Conferenza episcopale sarda. Il monsignore ha chiamato a raccolta sette big della classe dirigente isolana, di cui quattro presidenti della Regione: oltre Soru sono stati invitati e hanno partecipato Antonello Cabras, Angelo Roch e Pietrino Soddu. Poi ecco l’ex ministro Beppe Pisanu e l’ex garante della privacy Antonello Soro, anche lui ex parlamentare, al pari di Carmelo Porcu.
Soru ha svelato le proprie intenzioni quando il giornalista Giacomo Mameli, che ha moderato l’incontro, ha considerato fuori ‘target’ i presenti, perché “avete una media di 78 anni”, ha detto. Infatti: Soddu ne ha 93; Rojch 88; Pisanu 86, Soro 74; Cabras 73; Porcu 69; Soru 65. Ma a quel punto l’imprenditore di Sanluri e fondatore di Tiscali si è tirato fuori dalla mischia e ha ribadito la propria età sostenendo di potersela giocare ancora.
Con la possibile candidatura di Soru cambia del tutto lo scenario della corsa elettorale per le Regionali del prossimo anno. Intanto: d’ora in avanti il nome dell’imprenditore va ad aggiungersi a tutte le ipotesi di papabili circolate sinora. Ovvero, l’ex assessore Paolo Maninchedda, nome caro ai Progressisti; l’attuale sindaco di Quartu, Graziano Milia, il ‘civico’ del Pd nonché ex presidente della provincia di Cagliari; l’ex viceministra Alessandra Todde, oggi deputata e dirigente nazionale del Movimento Cinque Stelle.
La sensazione è che in Sardegna i partiti si stiano avvicinando a passo di carica all’appuntamento con le urne. Uno scenario che proprio in questi giorni si è arricchito del ‘capitolo Christian Solinas’, col governatore sardo-leghista che si sta facendo tirare la volata dal quotidiano di Cagliari. Il capo della Giunta sarda, pur senza parlare direttamente, ha addirittura paventato la possibilità di un voto anticipato in autunno, in modo da sorprendere il centrosinistra non ancora organizzato. Ma Pd, M5s, Progressisti sembrano reattivi.
Il vescovo, dal canto suo, ha deciso di non restare a guardare. Anzi. Dopo il convegno di Nuoro la Chiesa sarda ha ufficializzato il proprio ruolo di osservatore speciale. “Abbiamo bisogno non di propaganda e ideologia – ha detto Mura – ma di persone che abbiano idee, che studino e si formino. Occorre evitare che la democrazia si trasformi in personalismo”, è stato il monito ma al tempo stesso la fotografia scattata sul presente. Per questo “è necessario selezionare meglio la classe dirigente dando la possibilità a tutti di giocarsi la propria passione con meno opportunismi e più idee, più discernimento in vista del bene comune”.
Per capire quanto la Chiesa sarda consideri squalificante questa legislatura, tanto da richiedere una riflessione pubblica e collettiva, è sufficiente guardare un altro piccolo dettaglio: l’iniziativa del 31 marzo a Nuoro è diventata anche anche su L’Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale italiana. Insomma, la campagna elettorale per le Regionali del 2024 non si fermerà alle piazze. In Italia succede sempre. Ma stavolta nell’Isola non c’è una ‘benedizione’ di questo o quel candidato a candidature decise. Piuttosto una discesa in campo con un anno d’anticipo sul calendario elettorale.