“L’approvazione di questa riforma è stata una palestra di democrazia, davvero grazie a tutti”. Lo ha detto in Consiglio regionale l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, pochi minuti prima che l’Aula approvasse a maggioranza (e con uno strappo interno alla coalizione) il nuovo testo normativo che riorganizza l’assistenza sanitaria nell’Isola attraverso una nuova rete ospedaliera.
“Non so – ha esordito l’esponente della Giunta – se questa sia una giornata storica, come è stato detto durante il dibattito. Di certo abbiamo raggiunto un traguardo importante. Ringrazio il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, di cui apprezzo, e non per piaggeria, la serietà e la sobrietà del ruolo. Lo ringrazio per essere rimasto in momenti in cui altri sarebbero andati via. Questa riforma è un successo del Parlamento sardo. Il governatore mi aveva chiesto di essere garante di tutti i cittadini e così abbiamo fatto”.
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Sul merito Arru dice: “La nuova rete introduce il valore dell’ospedale strutturato per intensità di cura: significa che i cittadini sono al centro di questo cambiamento organizzativo. Oggi si chiude un percorso cominciato nel 2012, quando l’allora assessore alla Sanità, Simona De Francisci, aveva annunciato di aver portato in Aula la riforma. L’abbiamo approvato in questa legisaltura dopo un confronto lungo ma necessario”.
Arru si è poi rivolto alla maggioranza per “il grande lavoro svolto, in Aula e nella commissione presieduta dal socialista Raimondo Perra. Ma voglio che questa sia una giornata di condivisione: per questo il mio grazie va anche all’opposizione di centrodestra”.
Da quando a luglio 2015 la Giunta approvò il ddl pensato per arrivare a un risparmio di 134 milioni in tre anni, ridistribuire i posti letto e tagliare gli sprechi (tra cui i ‘ricoveri facili’), il titolare della Sanità sarda ha girato l’Isola: perché in questi ventissette mesi non sono mancati scioperi e proteste nei territori. Ma Arru lo aveva ribadito da subito: “Non si torna indietro”, come aveva detto in un’intervista a Sardinia Post a settembre 2015 (leggi qui). E qualche settimana, durante una seduta di Consiglio, aveva duramente replicato alle accuse della minoranza che aveva bollato la riforma come “macelleria sociale” il riordino degli ospedali. (al. car.)
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