“Prendiamo atto della scelta del presidente Efisio Arbau e di altri aderenti al movimento La Base di confluire all’interno del Psd’Az, ma nel contempo comunichiamo che, pur rispettando la decisione, non la condividiamo”. Così si legge in un documento firmato da undici esponenti de La Base, di cui dieci di Nuoro e uno di Sassari. Sono il vicesindaco del capoluogo barbaricino Sebastian Cocco e i consiglieri comunali Giovanna Zedde, Eleonora Angheleddu e Michele Siotto. Ancora: l’attuale coordinatore cittadino del Movimento, Massimo Zara, e l’ex Piero Marteddu più gli iscritti Antonietta Mura, Francesca Fiori, Marilena Roich e Maria Francesca D’Antoni. L’esponente sassarese che ha sottoscritto la lettera di non adesione è Giuseppe Onorato.
La nota prosegue così: “L’alleanza “civico-sardista, che avevamo promosso convintamente nel 2017 con il Psd’Az, aveva l’obiettivo di includere e unificare le varie esperienze civiche con il mondo diffuso del sardismo, storicamente rappresentato dal Partito Sardo. Il successivo accordo con la Lega alle elezioni politiche avrebbe richiesto una rivisitazione di quella opzione politica, perché in parte contraddiceva lo spirito del progetto. Questo era il senso di un appello pubblico che avevamo formulato nelle scorse settimane ma che, evidentemente, è caduto nel vuoto”.
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Segue una lettura strettamente politica sul patto tra i Quattro Mori e il leader delle camicie verdi, Matteo Salvini, a cui si è aggiunto Arbau: “Ad oggi, il sodalizio politico Psd’Az-Lega sembra riproporsi per le imminenti elezioni regionali, suggellato dalla carica di vicepresidente del gruppo Lega in Senato assegnata a Christian Solinas e nessuna dichiarazione ufficiale in senso contrario è pervenuta dagli organismi deputati. Confluire oggi nel Psd’Az significa accettare decisioni alle quali La Base non ha concorso. Determinazioni, sia chiaro, legittime nella forma ma assolutamente non condivisibili della sostanza”.
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Quindi ecco le ragioni della non adesione: “Innanzitutto abbiamo la solida convinzione di appartenere a quella cultura politica fondata sul rispetto della dignità e della libertà della persona, che rifugge gli estremismi, le semplificazioni, la demagogia, la paura dell’altro, il giustizialismo; in secondo luogo, non vogliamo comparire nelle cronache di ordinario razzismo, né alimentare il barometro dell’odio instillato da un partito, La Lega, che sfrutta i drammi umanitari come piede di porco per risolvere un’emergenza politica. Anche noi riteniamo che questo sia il momento storico nel quale schierarsi apertamente costituisca un atto civico prima che politico. E noi lo facciamo seguendo una strada alternativa. Il nostro appassionato impegno civico e politico proseguirà sulla direttrice che era propria della Base, ovvero quella di favorire un processo di aggregazione tra tutte le realtà civiche e identitarie della Sardegna per costruire una società aperta, inclusiva, moderna, competitiva e solidale. E lo faremo con le tante persone che in queste ore, in tutta l’Isola, ci stanno attestando stima per questa scelta di campo”.
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