“È giunto il tempo di fare i conti con l’entità dei costi su mancato sviluppo e danni derivanti della presenza delle basi militari in Sardegna e in Corsica. Lo chiedono i rappresentanti di iRs, ProgRes e Torra che stanno collaborando insieme al movimento ‘Corsica Libera‘. Le richieste degli indipendentisti delle due isole sono state al centro di una conferenza stampa congiunta, che si è svolta questa mattina a Sassari e dove è stata presentata una proposta politica, oltre che di sensibilizzazione comune, affinché “le istituzioni sarde e corse commissionino uno studio indipendente sui costi e i ricavi delle servitù militari”.
“Pensiamo sia arrivato il momento di approcciare la questione della presenza militare italiana in terra sarda da un punto di vista molto pragmatico che ci consenta di formulare una proposta condivisibile dalla maggioranza delle cittadine e dei cittadini – spiegano i leader dei movimenti –. Una proposta di conoscenza e di coscienza della realtà che permetta a tutti di scegliere e farsi un’idea personale su questo tema troppo spesso preda di posizionamenti ideologici che non fanno altro che tagliar fuori dal consenso ampie fette di società”.
L’idea è semplice: “Il popolo sardo e il popolo còrso vanno messi in condizione di conoscere la reale situazione economica delle basi militari in termini di costi, di quantificazione del mancato sviluppo, di danni all’ambiente e alla salute nonché di ricavi derivanti dall’affitto dei poligoni ad eserciti di tutto il mondo per decine di migliaia di euro all’ora”.
Ancora dalla conferenza stampa odierna: “La Sardegna – continuano – ha il diritto di sapere a quanto ammonta il debito dello Stato, non solo per una pur imprescindibile questione economico-sociale ma anche per una questione di dignità morale e di autopercezione collettiva e personale delle sarde e dei sardi, troppo spesso e su larga scala convinti o autoconvinti di dover giocare sempre e comunque la parte del debitore o del graziosamente assistito”.
I movimenti sono coscienti che la strada sarà lunga e tortuosa. “Non ci illudiamo che le rfispettive classi politiche unioniste tanto in Sardegna quanto in Corsica si mostrino facilmente disponibile a una simile iniziativa – concludono -. Il nostro compito oggi è quello di lanciare un sasso nello stagno con una proposta semplice e ragionevole. Una proposta di trasparenza e di democrazia nel nome del diritto alla conoscenza, ideata e proposta assieme ai nostri fratelli còrsi con i quali in agosto avremo l’opportunità di fare il punto della situazione in occasione delle Ghjurnate internaziunale organizzate da Corsica Libera a Corte il 7 e l’8 agosto”.
[Foto d’archivio]