I quattro nuovi consiglieri arrivati nell’Aula di via Roma per ordine dei giudici amministrativi possono stare al loro posto: il Tar, questa sera, ha respinto la richiesta di sospensiva sull’insediamento degli Upc Pierfranco Zanchetta e Antonio Gaia, più Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) e Gianni Lampis (Fdi).
A fare ricorso al Tar sono stati gli esclusi: Efisio Arbau (La Base), Michele Azara (Idv), Gavino Sale (iRs) e Modesto Fenu (Zona Franca). Ma la loro opposizione è stata bocciata.
Il dispositivo odierno consegna la massima assemblea sarda a una certezza: al momento la composizione non cambia nuovamente, sebbene contro tre dei quattro subentrati si profila nuova battaglia legale. Ad aprirla, alcuni candidati alle Regionale del 2014, i quali rivendicano un maggior numero di voti, quindi il diritto a entrare in Aula.
La querelle sulla composizione del Consiglio ruota intorno al complicato calcolo delle preferenze. Secondo il massimo organo della giustizia amministrativa, Arbau, Azara, Sale e Fenu non dovevano essere proclamati onorevoli perché i rispettivi partiti non hanno raggiunto la soglia minima di preferenze per concorrere alla ripartizione dei seggi. Tecnicamente si parla di quoziente che, in questa legislatura, era di 8mila voti per le forze del centrosinistra e 12mila per quelle della minoranza. Stando alla sentenza del Consiglio di Stato, i consensi raccolti da La Base, Idv, iRs e Zona franca andavano computati come residui.
La sentenza del Tar è arrivata dopo che il presidente del Tribunale ha voluto sentire le parti, compresi gli avvocati del Consiglio regionale schierati al fianco dei quattro esclusi, condannati a pagare le spese legali.
Sulla decisione dei giudici amministrativi prende posizione l’Upc, il partito che si è visto assegnare due nuovi seggi. Giorgio Fresu, vicecoordinatore sardo, dice: “Pezzo dopo pezzo, viene fuori che le ragioni dell’Unione popolare cristiana sono solide. Quando un anno fa sono stati presentati i ricorsi contro i decaduti, c’erano ottimi motivi per sostenere che la prima composizione dell’Assemblea non era corretta”.
La battaglia di Arbau, Azara, Sale e Fenu non è comunque finita: contro la sentenza del Consiglio di Stato si devono ancora pronunciare la Cassazione e a un altro collegio dello stesso organo amministrativo.
Al. Car.
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