Il pasticcio delle spiagge in Sardegna: per andarci servirà una canna da pesca

Nelle scorse settimane, quando l’Italia andava verso una graduale riapertura, la Sardegna ha preso una direzione opposta: l’ordinanza numero 19 del 13 aprile aveva prolungato la chiusura di librerie e cartolerie e introdotto la chiusura delle spiagge. Sul sito del Governo era stato precisato che chi abitava a meno di duecento metri dal mare, poteva tranquillamente andare a farsi il bagno. Ma non in Sardegna, dove è stata scelta la misura più stringente. Ieri il presidente della Regione, Christian Solinas, parlando con la stampa della nuova ordinanza per la Fase 2 (qui il testo completo), ha spiegato che sono in corso trattative col Governo per linee guida che fissino le regole sui comportamenti dei bagnanti in riva al mare.

Dopo le polemiche e le ironie sul diritto a uscire garantito nelle scorse settimane ai possessori di cani e agli amanti della corsetta, ora il rischio è che l’attenzione si sposti sugli arenili. Perché in Sardegna continua a essere vietato andare in spiaggia a fare il bagno, ma dal 4 maggio ci si potrà fermare in riva con la canna da pesca. Con la calda primavera che caratterizza i litorali isolani sembra difficile garantire i controlli e impedire che qualcuno arrivi al mare dotato di attrezzatura da pesca, come copertura per nascondere la voglia di ‘trasgredire’ e farsi una nuotata liberatoria. Invece potrà fare il bagno solo chi avrà con sé un fucile per la pesca subacquea, altra attività consentita dal nuovo provvedimento siglato da Solinas.

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Altrettanto difficili saranno i controlli in mezzo al mare, perché l’ultima ordinanza consente anche la pesca in barca – sempre “con divieto di assembramento e obbligo di distanziamento personale” – e non sarà facile impedire di fare una nuotata a chi è da ore in mezzo mare con la lenza o la canna da pesca. Tra plexiglas e recinti, si parla tanto delle possibili soluzioni per mantenere le distanze di sicurezza anche in spiaggia, ma il problema riguarda i frequentatori delle concessioni demaniali che caratterizzano una piccola parte – non certo la migliore – degli oltre 1.800 chilometri di coste sarde.

Da lunedì 4 sarà consentito anche lo spostamento verso le seconde case, ma il presidente della Regione ha specificato che ci potranno andare solo i nuclei familiari conviventi e che non sarà possibile trattenersi a dormire. Il controllo e la manutenzione delle abitazioni stagionali rimaste isolate per due mesi potrebbe portare migliaia di persone a pochi passi dal mare, e anche in quel caso sembrerebbe difficile poter effettuare controlli sull’effettivo rispetto dei divieti. L’ordinanza del presidente della Regione che vietava l’accesso alle spiagge era in vigore fino al 3 maggio, ma nella nuova è stata estesa questa limitazione tutta sarda: “Nelle more dell’adozione di specifiche linee-guida e di protocolli per la fruizione in sicurezza degli arenili resta temporaneamente sospeso – fatte salve le attività esplicitamente consentite dalla presente ordinanza – l’accesso al pubblico nelle spiagge, in concessione o libere, ivi compresa la battigia“.

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Nel documento, tra l’altro, vengono autorizzate le manutenzioni, la pulizia e la sistemazione delle aree negli stabilimenti e nelle concessioni balneari “senza esecuzione di modifiche o nuove opere“. Così ha motivato la decisione il presidente Solinas: “Al momento ci prepariamo a poter ricevere, dando l’opportunità ai titolari di concessioni e di stabilimenti di poter manutenere tutte le strutture. Avremo, a breve, le linee guida di sicurezza che stiamo contrattando”.

Marcello Zasso

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