Piano di salvataggio per i lavoratori Igea. E in generale delle società partecipate al 100 per cento dalla Regione. Subito la comunicazione dei sindacati alle donne che da venerdì si sono rinchiuse nella galleria di Monteponi e agli altri operai di Campo Pisano. La decisione di smantellare i presidi, come accaduto in passato in analoghe occasione, sarà presa dalla assemblea. La svolta è arrivata a tarda sera con la Giunta Pigliaru che ha deciso di approvare un disegno di legge per costituire uno specifico Fondo regionale, con una dotazione di 5 milioni e 500 mila euro, che sarà usato per anticipare le spettanze dovute ai lavoratori delle società partecipate nel caso in cui queste non riescano a pagare le retribuzioni mensili dovute. Lo ha annunciato personalmente il presidente Francesco Pigliaru intervenendo all’incontro tra l’assessore all’industria Maria Grazia Piras e i rappresentanti sindacali di Igea in corso questa sera in viale Trento.
Il Fondo è costituito presso la Sfirs, la Finanziaria della Regione, potrà anticipare i pagamenti fino al 100% delle retribuzioni maturate ed è attivabile su richiesta dei lavoratori interessati senza oneri aggiuntivi. I rapporti fra Regione e Sfirs sono regolati da apposita convenzione. Il disegno di legge arriverà ora in Consiglio con la procedura d’urgenza prevista dall’articolo 102 del regolamento consiliare. Per i lavoratori di Igea significa la certezza dei pagamenti del saldo di ottobre e della mensilità di novembre per quanto riguarda gli arretrati e una sicurezza per il futuro, a partire dalla tredicesima. “La giunta ha lavorato intensamente in questi mesi e in questi giorni per dare risposte a situazioni gravi come quella in cui si trovano i lavoratori di Igea, con la temporanea impossibilità di ricevere gli stipendi – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. La delibera individua un meccanismo di anticipazione che interviene straordinariamente nei casi delle società partecipate dalla Regione ed è una risposta contingente a una situazione di emergenza, che ci consente di lavorare con maggiore serenità alla soluzione del problema industriale”.
La posizione della Giunta: “Debiti ereditati per 20 milioni di euro”. La Regione Sardegna, proprietaria al 100% della società in house, spiega la sua posizione mentre è in corso il confronto con i sindacati per cercare si sbloccare la vertenza. “I media – fanno sapere gli amministratori di viale Trento – riprendono la protesta riassumendola in uno slogan: la Regione non paga lo stipendio ai lavoratori Igea. Ma non è questa la verità”. Perché? “La Regione – chiariscono – può solo pagare le prestazioni fornite dall’azienda, che a sua volta, incassati i soldi, pagherà i dipendenti, i contributi, i fornitori, le tasse. E quando questa Giunta si è insediata la società non era in grado di presentare resoconti di attività di lavoro che giustificassero le fatture emesse. Niente resoconti, niente fatture, niente pagamenti dell’attività svolta. E quindi niente stipendi. Se la Regione avesse pagato Igea senza giustificativi di prestazioni e fatture sarebbe stata colpita dalla Corte dei Conti e dall’Ue per aiuti di stato. Illegittimi”. Non solo. “La Giunta al suo insediamento – spiegano i nuovi inquilini di via Trento – trovò una voragine di circa 20 milioni. Si poteva scegliere tra due opzioni. La prima: decretare il fallimento, garantendo ai dipendenti il pagamento degli stipendi arretrati, quattro anni di mobilità e poi il vuoto. La seconda opzione: l’apertura di una fase di liquidazione, passando la mano a un commissario liquidatore, esperto manager di industria, che ponesse le basi per il rilancio. Una scommessa che impediva il pagamento degli stipendi arretrati (infatti all’appello mancano le retribuzioni di marzo, aprile, maggio e giugno) perché bloccati dalla legge in attesa dell’uscita da questa fase. Ma permetteva di scommettere sul futuro. La Giunta regionale ha scelto questo secondo percorso”. Nel frattempo – sottolinea ancora la Regione – sono stati pagati gli stipendi di luglio, agosto, settembre e un acconto di 500 euro a testa per ottobre. Dunque in questo momento mancano all’appello il saldo di ottobre e, da due giorni, lo stipendio di novembre. Nel frattempo è stata predisposta una convenzione quadro per un totale di 36 milioni in tre anni. Oggi intanto la Giunta regionale ha approvato, come già concordato con i sindacati, una delibera che permette entro il 2014 il prepensionamento di tutti coloro che ne hanno diritto.
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