Fase 2, Zoffili marca stretto Solinas. Tira aria di tensione tra Lega e Psd’Az

La prova regina, se mai ce ne fosse bisogno, è arrivata. Eugenio Zoffili è stato rimandato in Sardegna da Matteo Salvini per marcare stretto il presidente della Regione, Christian Solinas. Quota Lega l’uno; fedele alleato il governatore sardista. Che in ambienti politici è da sempre considerato con sufficiente pelo nello stomaco anche per allentare i rapporti troppo stretti. E infatti sull’emergenza Covid-19, Solinas non ha tardato a scaricare gli alleati, a cominciare dall’assessore ‘verde’ Mario Nieddu. Obiettivo: giocare in solitudine, come stava succedendo, la partita dell’uomo solo al comando.

Solinas, infatti, non aveva fatto i conti con Zoffili, che non brilla per finezza politica, ma urla il giusto per gasare gli elettori leghisti, cittadini senza troppe pretese. Quindi ecco il piattino servito a Solinas: Zoffili ha dapprima imposto al governatore sardo la convocazione di un vertice di coalizione (che Solinas, obbedendo all’ordine, ha fissato per lunedì). Poi il coordinatore leghista ha deciso di rivendicare ufficialmente l’imprimatur dato allo spirito di collegialità nel centrodestra.

Zoffili si è affidato all’Ansa per diffondere il proprio verbo. “Condivido le proposte del governatore in termini di controlli sanitari per garantire una vacanza il più possibile in sicurezza”, ha detto il commissario leghista. Ma a una condizione: “Vorrei che al tavolo si parlasse di turismo a 360 gradi, di ciò che accadrà da dopo il 3 giugno e delle situazioni che riguardano albergatori e strutture ricettive”. Quindi la sottolineatura: “Sarà una riunione più operativa che politica, perché il 3 si riapre e bisogna accogliere il maggior numero di turisti dall’Italia e dall’estero”.

Certo, fa sorridere che Zoffili, lombardo di Erba, proprio lì dove la Lega sta inanellando insuccessi col governatore Attilio Fontana, provi a fare il salvatore della patria, ma soprattutto si atteggi a colui che tutto può decidere. Non solo: Zoffili non sa nemmeno che l’apertura dei collegamenti internazionali è fissata per il 25 giugno, non per il 3. E non si possono escludere ulteriori slittamenti, a seconda dell’indice di contagio.

Insomma, quello che viene fuori da questa lunga pre-vigilia di vertice è la solita solfa: la gestione della stagione turistica alle porte – e Solinas lo sta ampiamento dimostrando – è perennemente convertita in una gara a chi la spara più grossa. Continua a passare in secondo piano la necessità di trovare soluzioni realmente praticabili. In Sardegna, non a caso, gli albergatori stanno facendo i conti con un’enorme quantità di prenotazioni cancellate, proprio perché la strategia di Solinas è una somma di regole difficili da attuare. Di qui, appunto, la fuga dei turisti.

A leggere in filigrana le mosse nel campo ‘verde’, si capisce che Zoffili voglia fare da collante tra la Sardegna e le altre regioni leghiste. Tanto che l’assessore Nieddu è stato delegato a preparare una proposta di accoglienza “da sottopporre all’attenzione del Governo”. L’obiettivo della Lega – e su questo l’accordo con Solinas c’è -, è chiedere a Roma “di liberalizzare gli esami anti-Covid”, in modo da permettere ai cittadini di fare il test in un qualunque laboratorio medico e ottenere così la certificazione richiesta. Solinas la chiama passaporto sanitario, sebbene nella pratica non esista. Il modello delle Canarie, richiamato dallo stesso governatore sardo, è un documento digitale che verrà accompagnato dall’utilizzo di una app per monitorare gli spostamenti. Nulla a che vedere col documento che Solinas ha in mente.

Malgrado tutto questa tensione, non si può escludere, come nello stile dell’ostentazione sardo-leghista, l’invio di un comunicato stampa nel quale camicie verdi e Psd’Az si affrettano a negare le tensioni e giurano la massima armonia. È già successo.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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