Fase 2, Salvini rimanda Zoffili nell’Isola. Lui: “Torno per far ripartire la Sardegna”

Eugenio Zoffili, lombardo di Erba, è di nuovo commissario della Lega in Sardegna. Così ha deciso Matteo Salvini, passati nove mesi dal trasferimento di Zoffili in Emilia Romagna. Il posto di comando nell’Isola l’aveva preso Guido De Martini, altra camicia verde a Montecitorio, che come premio di consolazione incassa un incarico nella segreteria federale del partito.

Sul cambio al vertice della Lega le stesse camicie verdi hanno inviato un comunicato stampa. Zoffili poi ha rilanciato la notizia sul proprio profilo Facebook. “Siamo in emergenza – ha scritto – e il mio obiettivo adesso è solo uno ed è la priorità della squadra della Lega: al lavoro per far ripartire in sicurezza tutta l’Isola. Grazie Matteo Salvini per la fiducia, grazie e complimenti Guido De Martini per il nuovo incarico”.

Il ritorno di Zoffili in Sardegna vale moltissimi cose insieme. E non tutte belle per Christian Solinas. Anzi: a leggere in filigrana la scelta di Salvini, è ovvio che il capo della Lega rispedisce il suo fedelissimo nell’Isola perché il presidente della Regione sta giocando da solo la partita dell’emergenza Covid-19. Sino a qualche settimana fa, al fianco del governatore, ma con sempre meno spazio, c’era almeno un esponente leghista, l’assessore Mario Nieddu. Adesso, invece, il titolare della Sanità è ridotto al rango di comparsa.

Per non parlare di Giorgio Todde, che nella Giunta sarda guida i Trasporti. Oggi, nella videoconferenza con i manager delle società che gestiscono gli aeroporti dell’Isola, Solinas ha scelto di farsi affiancare dall’assessore al Turismo, Gianni Chessa, sardista come Solinas. Todde è rimasto a casa.

Insomma, i leghisti sono sempre più fuori dai radar, perché Solinas occupa tutta la scena. E questo non deve essere sfuggito a Salvini. Meglio: le camicie verdi sarde hanno di sicuro presentato un rapportino al proprio capo, facendogli notare quanto il governatore sia diventato autoreferenziale al massimo nel suo copione di uomo solo al comando. Non solo: con Salvini in piena crisi di consensi, trascinato nel calo di gradimento dalla pessima gestione del Covid in Lombardia, per via di un sempre più inadeguato Attilio Fontana, non si può escludere che la leadership della Lega finisca in mano al governatore del Veneto, Luca Zaia.

In questo quadro, Solinas può diventare un cattivo alleato per Salvini. Di qui, si può ipotizzare, la decisione del segretario leghista di marcare stretto il presidente della Giunta sarda e le sue mosse politiche. De Martini, del resto, non ha mai dimostrato di avere la stoffa per contrastare il potere e il presenzialismo di Solinas. Con Zoffili sarà diverso, perché il neo commissario è uno che si impone. Come ha dimostrato in campagna elettorale, pur considerando il tatticismo di Solinas nell’accettare di fare la Cenerentola. Zoffili, certamente, aveva reso invisibile l’allora candidato perché a Solinas stava bene così. Infatti il capo dell’Esecutivo isolano, appena ha potuto, ha messo tutti in riga. Ma adesso Zoffili è tornato. E non con la voglia di stare in disparte.

Per queste ragioni, al netto delle sviolinate che potranno arrivare nelle prossime ore, per Solinas la presenza di Zoffili non è un buon segno. Del resto, anche lo stesso messaggio che il neo commissario ha pubblicato su Facebook non è un atto di stima verso Solinas. Zoffili ha parlato di emergenza, quando il governatore ripete da giorni che la Sardegna se la sta cavando benissimo. Tanto che riapre tutto. E poi legare il proprio ritorno alla “ripartenza dell’Isola in sicurezza”, come Zoffili ha scritto, lascia intendere che Solinas non lo sappia fare a sufficienza.

Una cosa è sicura. Sino alle 23,59, da parte di Solinas non è arrivata alcuna mail sul ritorno di Zoffili in Sardegna. Magari il messaggio di auguri arriverà nella giornata odierna. Ma da parte del governatore, sinora, tempestività non ce n’è stata. E nemmeno voglia di bruciare gli altri sul tempo, con un ‘in bocca al lupo’. (al. car.)

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