Covid-19, Solinas chiede test ai turisti. Ma dimentica i kit per i docenti sardi

L’accelerata e il ritardo. Sono queste le gestioni parallele della Regione sull’emergenza Covid-19. Da un lato il presidente Christian Solinas ha deciso di cambiare passo sugli arrivi nell’Isola, imponendo dal 14 settembre l’obbligo del patentino di negatività da esibira agli imbarchi con un documento alla mano o da fare nell’Isola entro due giorni dall’ingresso. Ma per i docenti sardi che tra due settimane cominciano l’anno scolastico, la Giunta non ha ancora messo a disposizione i kit per fare l’esame sierologico. Il risultato è che la Sardegna è l’ultima regione in Italia per numero di prof che hanno potuto sottoporsi all’esame sugli anticorpi del coronavirus.

Il problema sui mancati kit era emerso già nei giorni scorsi. I docenti erano finiti nel mirino delle proteste social con l’accusa di volersi sottrarre ai test. Invece in Sardegna è venuta fuori una storia ben diversa: il materiale sanitario per i test sierologici lo deve fornire la Regione ai medici di famiglia. I quali, però, non l’hanno ancora ricevuto. Di qui il ritardo a cascata, su cui i professori sono del tutto incolpevoli.

A certificare il problema tutto isolano è anche il commissario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, che tra le altre cose sta gestendo la ripartenza delle lezioni. Nella classifica nazionale sul numero di test sierologici fatti al personale della scuola, la Sardegna è ultima con appena il 5 per cento di prelievi eseguiti per accertare (o meno) la presenza degli anticorpi Igg e Igm. Davanti a tutti c’è la Lombardia, col 70 per cento di test già chiusi. Ciò che dà un ordine di grandezza preciso sulla lentezza con la quale la Giunta Solinas sta gestendo la questione dei kit per le scuole. (al. car.)

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