Coronavirus, il dietrofront di Nieddu: “Faremo i test rapidi, presi 20mila kit”

Se non fosse che è tutto scritto, verrebbe persino difficile crederci. Invece l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, è riusciuto nell’impresa di cambiare versione per l’ennesima volta incolpando come sempre “una certa stampa”. Oggi la capriola dell’esponente leghista riguarda i test rapidi per il coronavirus. Nieddu è stato addirittura capace di ritrattare, per ben due volte, la propria posizione, in meno di dieci minuti.

Lo show di Nieddu è andato in scena in videoconferenza, stasera, secondo appuntamento organizzato dalla Regione (qui la cronaca di ieri). L’assessore ha parlato alla fine del collegamento dopo che il tema dei test rapidi era stato introdotto il presidente Christian Solinas. Il quale, ribaltando la strategia di Nieddu, ha fatto sapere che “la Regione ha acquistato i kit”. Ventimila kit.

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A essere precisi, l’ordine l’ha fatto l’ospedale Brotzu con la deliberazione numero 459 del 23 marzo. Nieddu, come se niente fosse, è andato avanti sostenendo una versione opposta a quella del 22 marzo che era già versione cambiata rispetto a quella resa il 17. Incredibile ma vero.

Infatti: il 17  marzo – riportiamo le dichiarazioni rese a L’Unione Sarda e a prova di smentita perché si possono recuperare – l’assessore aveva detto di “aver ordinato 5mila kit rapidi che arriveranno tra una decina, se tutto va bene”. L’esponente leghista precisò anche aver avquistato la merce dalla srl ‘Tema ricerca’. Oggi, quando è tornato sul tema, ha premesso: “Io avevo deciso di fare corso a un ordine”. Eppure, con tanto di lettera firmata dalla rappresentante legale della società con sede a Castenaso, nel Bolognese, la circostanza dell’acquisto è stata sonoramente smentita. Accompagnata addirittura da una richiesta di risarcimento danni (qui l’approfondimento di Sardinia Post).

Nieddu, in videoconferenza, ha fatto finta che la lettera della ‘Tema ricerca’ non sia mai esistita. Non solo: ha aggiunto che “non c’è niente di strano e di opaco” nella vicenda, “come qualcuno pensa”. Ma il 22 marzo, sempre a L’Unione Sarda, il titolare della Sanità  aveva annunciato la marcia indietro rispetto all’acquisto dei test rapidi. “Abbiamo rivisto la strategia – sono state le parole pronunciate dall’assessore l’altro giorno – perché l’Istituto superiore di sanità sostiene che quei test rapidi hanno poca attendibilità. Non sono di tipo molecolare, ma si basano sugli anticorpi, per questo ci siano fermati”.

Stasera, in videoconferenza, come se nulla fosse ha annunciato. “Facciamo un acquisto minimo di 20mila pezzi per testare il prodotto”. Quindi l’accenno, senza citare espressamente l’articolo, alla ricostruzione di Sardinia Post che oggi ha spiegato come l’azienda Bortzu abbia anticipato Regione nella gestione dell’emergenza Covid-19, proprio quando Nieddu era ancora lì che cincischiava tra ‘prendo i kit o non li prendo’. Roba che Nanni Moretti sarebbe impallidito.

L’assessore, sempre in collegamento e ancora riferendosi all’articolo del nostro giornale, ha aggiunto: “Non c’è alcun retrobotega oscuro dove andare a frugare, nessun particolare recondito”. Eppure si è smentito da solo. Una volta di più. I 20mila test verranno fatti “a tutto il personale ospedaliero della Sardegna”, ha anticipato Solinas. E stiamo parlando di 15mila persone. Con gli altri 5mila faremo test nelle case di riposo, che si sono rivelati zone fragili e di contagio”.

I test rapidi ordinati dal Brotzu non sono un prodotto della ‘Tema ricerca’. L’ospedale di Cagliari li ha acquistati dalla Alpha Pharma service srl, sede a Bitonto, in provincia di Bari (nella foto di copertina). Importo: 200mila euro (più Iva).

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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