A quattro giorni dalle Comunali del 5 giugno, nella campagna elettorale di Cagliari c’è una cosa di cui non si parla: sono i votanti nel 2011 che raggiunsero percentuali quasi bulgare con una partecipazione del 71,45 per cento, pari a 97.805 elettori. Si tratta di numeri che sembrano difficilmente ripetibili, se si considera che alle Europee 2014 (il dato di riferimento più aggiornato) l’affluenza precipitò al 44,50 per cento (58.547 votanti). Vero che le Amministrative sono sentite come nessun’altra elezione, per via della vicinanza coi candidati. Ma Cagliari non fa eccezione nel trend nazionale del sempre minore attaccamento alla politica che spinge i cittadini a disertare le urne.
In questo quadro per i partiti e liste civiche che avevano corso anche nel 2011, la prima sfida è contenere una probabile perdita di consensi. Un annunciato calo di preferenze che sembra nell’ordine delle cose. Vediamo allora quali furono i risultati di cinque anni fa, dove la percentuale di votanti era stata alta anche al ballottaggio, col 62,23 per cento di partecipazione. In numeri assoluti, 85.190 elettori.
Nel 2011 il primo partito fu il Pd che raccolse il 18,01 per cento con 15.259 preferenze. A Cagliari i dem si sono confermati la forza politica più gradita pure alle Regionali 2014 (22,15 per cento contro il 21,28 di Forza Italia), ma in queste Comunali dalla loro tenuta dipende la possibilità per il centrosinistra di conquistare il premio maggioranza, nel caso in cui Massimo Zedda venga confermato sindaco. Il diritto al 60 per cento dei seggi scatta quando una coalizione raggiunge il 40,01 per cento di consensi totali (qui le regole del voto).
Per lo stesso meccanismo, cioè l’effetto trainante che ha un grosso partito, Piergiorgio Massidda, leader di Cagliari 2016, non può contare su una forza politica equivalente al Pd. Forza Cagliari (la versione locale di Forza Italia) si presenta alle urne senza più l’appeal che, durante un ventennio, ha garantito Silvio Berlusconi. Alle Comunali 2011 gli azzurri avevano raccolto 16,36 per cento (13.862 voti) assicurando un importante bacino elettorale all’allora candidato sindaco Massimo Fantola (Riformatori).
La coalizione di Zedda, per un altro verso, in questa tornata elettorale fa affidamento sul Psd’Az che, a differenza del 2011, ha scelto di allearsi col centrosinistra mettendo tuttavia in lista diversi pezzi di centrodestra (qui i nomi). Cinque anni fa i Quattro Mori raccolsero il 3,39 per cento (2.873 voti) e adesso vengono dati come possibile seconda forza della coalizione, addirittura davanti a Sel, il partito di Zedda. Sel nel 2011 chiuse al 7,03 per cento (5.954 preferenze).
Ecco poi i RossoMori: in questo turno si sono rinforzati sia con Marco Murgia, il consigliere che ha scaricato il Pd, sia con Filippo Petrucci, l’uscente della civica “Meglio di prima non ci basta”. Cinque anni fa i RossoMorti entrarono per un soffio nella ripartizione dei seggi: il partito raccolse l’1,99 per cento, arrotondato per eccesso al 2, la soglia di sbarramento all’interno della coalizione. Ciò che permise l’ingresso in Aula del ricandidato Giuseppe Andreozzi.
A differenza del 2011, non si presentano né l’Idv (Nando Sechi è passato col Psd’Az) né il Psi (Emilio Montaldo si è candidato col Pd). I due partiti avevano preso rispettivamente il 3,49 per cento (2.958 voti) e l’1,68 (1.422 preferenze).
Le new-entry della coalizione sono invece La Base (cinque anni fa il coordinatore Claudio Cugusi venne eletto nella lista Pd), il Partito dei Sardi fondato dall’assessore Paolo Maninchedda e il Centro Democratico del deputato Roberto Cappelli. Nuova anche la partecipazione di Upc e dei Cittadini per Cagliari che sono i montiani di Scelta Civica. Rispetto al 2011 per Zedda corrono separati Rifondazione Comunista e Partito Comunista di Cagliari (qui l’elenco completo delle liste).
Fuori dal centrosinistra, invece, i Verdi che cinque anni fa si fermarono all’1,01 per cento (854 voti): stavolta sono schierati al fianco di Enrico Lobina, candidato sindaco di Cagliari Città Capitale, consigliere uscente nonché ex quota della Federazione della sinistra. Per Lobina la prova del 5 giugno è totalmente nuova: corre con quattro liste, comprese ProgReS e Quartieri di Cagliari insieme per Pirri.
Sul fronte di Massidda, nel polo civico-politico si presentano i Riformatori, di cui è capolista Pierpaolo Vargiu, il deputato indipendente di Scelta civica che lo scorso dicembre vinse le primarie di #CA_mbia, ma ad aprile si è ritirato dalla corsa alleandosi appunto con Cagliari 2016. Cinque anni fa i Riformatori raccolsero il 9,69 per cento, pari a 8.213 voti.
Sempre in quota Massidda, il quadro politico del centrodestra registra anche altre novità: rispetto al 2011 non c’è più Casini-Unione di Centro, ovvero l’Udc che raggiunse il 9 per cento (7.625 voti) e piazzo quattro consiglieri (Paolo Carta, Gianni Chessa, Nanni Lancioni e Renato Serra). Lo scudo crociato si presenta stavolta con la civica “Popolari sardi per Cagliari” guidata da Federico Ibba, mentre Chessa è andato col Psd’Az e Lancioni si è ricandidato col Pd.
Rimescolamento pure sul fronte di Patto per Cagliari-Polo Civico che nel 2011, col 4,23 per cento (3.581 preferenze) elesse Pierluigi Mannino, il quale durante la consiliatura ha fondato il gruppo Cagliari Libera insieme ad Antonello Floris, a sua volta diventato consigliere attraverso la lista “Centro giovani (3,64 per cento, 3.085 preferenze). Mannino e Floris in queste elezioni sono confluiti nella civica “Massidda sindaco“. Il Patto per Cagliari, presieduto da Franco Fozzi, tuttavia corre di nuovo, ma senza consiglieri uscenti. Idem il “Centro giovani” che ha cambiato nome in “Giovani al centro“, gruppo coordinato da Corrado Testa.
Rispetto alle schema del centrodestra 2011 è rimasta anche Fortza Paris che non conquistò seggi visto l’1,12 ottenuto (947 preferenze). Fuori, invece, Mpa, I Popolari di Italia domani e La Destra. Massidda, però, ha stretto alleanza con i Fratelli d’Italia del consigliere regionale Paolo Truzzu. Tra le liste nuove ecco I Love Cagliari, Anno Zero, Nessun Dorma, LiberAli, Demo Diretta e #Ca_mbia Cagliari.
L’appuntamento del 5 giugno non è nuovo per il Movimento Cinque Stelle che, allora, era agli albori e raccolse l’1,80 per cento (1.526 voti) con Emanuela Corda candidata sindaco e diventata deputata alle Politiche del 2013. Stavolta l’aspirante prima cittadina è Maria Antonietta Martinez. Il consenso dei grillini è molto atteso, per due ragioni: la Martinez non è gradita all’ala interna del senatore Roberto Cotti che alle Comunarie di marzo aveva scelto l’avvocato Emilio Floris (leggi qui). Il secondo motivo è che la possibilità di ballottaggio è tanto più bassa quanto minori saranno i voti dell’M5s. E questo per un semplice calcolo matematico.
Non ci sono risultati di riferimento nemmeno per Paolo Casu, consigliere uscente del Gruppo Misto e candidato sindaco di “Insieme onestamente per Cagliari“. Si presenta alle urne anche con una seconda lista chiamata “Lottiamo per il futuro”. Stesso discorso per Alberto Agus, bandiera del Popolo della Famiglia: il movimento di Mario Adinolfi è alla sua prima esperienza nelle Comunali cittadine, visto che è nato il 3 marzo 2016. Prima prova elettorale anche per la Quinta A di Paolo Matta.
Alessandra Carta
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