Click day Cultura, Giunta perde ricorsi: i vincitori devono restituire i soldi

Il click day per la Cultura e gli Spettacoli, quello che nel 2021 ha assegnato 780mila euro, non era legittimo. Dopo il Tar, anche il Consiglio di Stato ha confermato l’irregolarità del bando e della procedura che adesso obbliga la Giunta di Christian Solinas ad azzerare tutto. Il che vuol dire chiedere indietro i soldi ai vincitori.

È settembre 2020 quando l’Esecutivo regionale, su proposta dell’assessore al Turismo, Gianni Chessa, decide di cambiare le regole del gioco. Cioè i criteri di assegnazione dei contributi: non più in base ai ‘titoli’, cioè al peso specifico degli eventi, ma con una procedura a sportello nella quale vincono i più veloci. La qualità degli eventi, in buona sostanza, diventa carta straccia.

Proprio questa logica hanno evidenziato i giudici che prima al Tar e poi al Consiglio di Stato si sono espressi sul ricorso presentato da un gruppo di associazioni con il Time in Jazz di Paolo Fresu in testa. A loro il Tribunale della Sardegna e poi il massimo organo della giustizia amministrativa ha dato ragione in virtù del fatto che appena un mese prima, ad agosto 2020, la stessa Giunta aveva messo il sigillo a una delibera con la quale venivano fissati criteri stringenti sulla qualità degli eventi. Poi, inspiegabilmente, il cambio di rotta.

Adesso che la partita giudiziaria è chiusa, l’assessorato al Turismo deve correggere il tiro. “Ai 164 partecipanti al bando – spiega Chessa – stiamo spedendo le lettere per informare che riparte l’assegnazione dei 780mila stanziati nel 2020″. Parallelamente verranno chiesti indietro i soldi ai 32 vincitori del click day.

“Il Tar e il Consiglio di Stato – continua l’assessore – ha bacchettato il cambio delle regole in corsa e noi ci adeguiamo alle due sentenze avviando nuove procedure per correggere la contestazione. La nuova ripartizione delle risorse verrà fatta sulla base della delibera di agosto 2020 che invece è stata considerata pienamente legittima”.

Chessa non l’ha mai nascosto. A lui quel ricorso non è mai piaciuto, malgrado il gruppo di associazioni ‘alleate’ con Fresu abbiano voluto sancire il rispetto di un principio qualitativo nel finanziamento degli investimenti culturali, visto che in ballo ci sono risorse pubbliche. Chessa, in qualche modo, ne ha fatto una questione personale, considerando il ricorso una contestazione alla sua azione politica.

L’assessore ribadisce: “Con il click day abbiamo voluto sperimentare una nuova procedura in totale buona fede. Sono riuscite a vincere anche associazioni che non avevano mai preso soldi”. Ma la giustizia amministrativa non segue logiche paternalistiche. Di qui l’ordine di rifare tutto. E non sarà una passeggiata: è scontato l’avvio di nuovi ricorsi contro la Regione per via dei soldi da restituire un anno dopo. (al. car.)

[Nella foto l’assessorato regionale al Turismo]

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