La cultura sarda è launeddas e canto a tenore e non “jazz e tromba”. Almeno secondo le parole rivolte al jazzista Paolo Fresu dall’assessore al Turismo, Gianni Chessa, che hanno scatenato una forte polemica in questi giorni. Sul punto è intervenuto anche l’ex sindaco di Cagliari e consigliere regionale, Massimo Zedda, che ha dedicato all’uscita dell’assessore un lungo post su Facebook. “La Giunta regionale e la cultura, due strade separate alla nascita – scrive l’esponente dei Progressisti -. La frase usata dal governo regionale contro Paolo Fresu è emblematica”.
Zedda usa l’ironia per contestare la presa di posizione di Chessa. “Dovremmo iniziare a rinunciare ad alcune cose di poco conto. Come possiamo permettere che in Sardegna circolino registi e produzioni cinematografiche? Non sono forse il frutto del pensiero straniero di Louis Aimé Augustin Le Prince e dei Fratelli Lumiere? Basta con il cinema. E la letteratura? Invenzione tedesca dovuta a quell’impiccione di Johannes Gutenberg che iniziò a stampare libri in continuazione? Torniamo al racconto orale, ritorniamo agli antichi splendori di un tempo. Per non parlare della medicina. Non è forse d’importazione anche la penicillina? Diabolica scoperta di Alexander Fleming. Curiamoci con l’acqua di mare. Proseguendo con il disastro creato da secoli sul cibo. Estirpare i fichi d’India mi sembrerebbe il minimo. Basta con questa assurdità dei culurgionis, eliminiamoli perché le patate provengono dal Sud America. E finiamola anche con i malloreddusu e i ravioli conditi con il sugo. Anche i pomodori arrivano da noi dopo i viaggi di quel girovago di Colombo”.
“Adoro le launeddas e i canti a tenore, apprezzo meno l’ignoranza – conclude Zedda -, che, sembrerebbe, se non nata in Sardegna, aver, comunque, attecchito in profondità. In ogni caso, non siamo i primi, sarebbe emersa in tante parti del pianeta, in epoche diverse e con intensità variabile a seconda dei momenti storici. Questo, purtroppo, non ci consentirà di ottenere, per quanto la giunta si impegni ogni giorno, il titolo di Patria dell’ignoranza. Un grazie sincero a Paolo Fresu, alle tante artiste, tanti artisti e alle variegate professionalità culturali che ogni giorno animano la nostra splendida Isola, con trombe, launeddas, canti a tenore, teatro, danze, arti figurative e tanto altro. Apprezzandosi gli uni con gli altri e senza steccati costruiti sull’ignoranza”.