Balli sardi, Fresu contro Chessa. L’assessore lo insulta: ‘Jazz e tromba non sono cultura’

Paolo Fresu dice “no”. Il trombettista di Berchidda non la manda a dire all’assessore regionale al Turismo, Gianni Chessa, che con la pubblicazione dei nuovi bandi per la gestioni di svariati milioni di euro ha svelato la propria strategia. Chessa vuole un’Isola dove i turisti si dilettino nei balli sardi o nella preparazione di seadas e culurgiones. L’esponente della Giunta non scommette invece sulla cultura e ai festival letterari ha dato solo le briciole. E poi la musica, ovvero i grandi eventi che hanno fatto conoscere la Sardegna in tutto il mondo, avrà zero punti sul ‘fattore tempo’, se organizzata a luglio e agosto.

Fresu è intervenuto proprio sul punto. Perché la musica è cultura in qualunque momento dell’anno. È condivisione a prescindere. È arte senza confini. Invece con una decisione che sembra un abito sartoriale, Chessa ha fatto inserire nel bando tre punteggi diversi sul ‘fattore tempo’, prevedendo il massimo riconoscimento per le manifestazioni musicali organizzate celebrano a gennaio, febbraio, marzo, aprile, ottobre, novembre e dicembre.

Se quella di Chessa fosse una scelta di coerenze, Fresu non avrebbe protestato. Invece il trombettista ha scoperto che da un lato l’assessore punisce i grandi eventi in alta stagione, ma poi sul sito della Regione promuove la Sardegna parlando di “stagione estiva a suon di musica”.

Fresu lo definisce “uno slogan altisonante che non collima con la volontà di sostenerla.”. Quindi invita Chessa “a non utilizzare più la mia immagine nonché quella di Time in jazz (il festival celeberrimo di Berchidda di cui Fresu è il fondatore e patron). Dalle pagine de L’Unione Sarda, Fresu ha detto ancora: “Non spetta a noi discutere il valore delle manifestazioni né l’incidenza turistica, economica e di immagine dentro e fuori la Sardegna. Sarebbe uan battaglia tra poveri che forse una certa politica si attende. Trattandosi di investimenti pubblici – ha aggiunto Fresu – saranno i cittadini a valutare se le scelte fatte siano corrette e rispettose di quelle che dovrebbero essere le istanze e i bisogni della nostra Isola”.

Chessa, contattato sempre dal quotidiano di Cagliari, ha risposto a Fresu con un insulto: “Fresu non faccia domande di contributi, e a quel punto non apparirà sui siti istituzionali. Ma finché partecipa, gli uffici possono utilizzare la sua manifestazione per promuovere il turismo nell’Isola. Io alla cultura, complessivamente, sto dando 4 milioni e 600mila euro. Per me la cultura è quella identitaria, delle tradizioni, le launeddas, la chitarra e i canti a tenore. Non jazz e tromba“.

Chessa ce l’ha con Fresu perché un anno fa, proprio sulla gestione di un bando, il trombettista ha fatto saltare il piatto a Chessa presentando un ricorso e vincendo sia al Tar che al Consiglio di Stato.

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