Start-up, le aziende vogliono assumere. Ma nell’Isola ci sono pochi sviluppatori

C’è un paradosso che condiziona le possibilità di crescita dell’ecosistema del digitale nell’Isola. Le aziende hanno l’esigenza di assumere e in Sardegna ci sono pochi candidati con le competenze per ricoprire determinate posizioni. Nello specifico: servirebbero molti più informatici e sviluppatori, ma l’Università cagliaritana ne sforna meno di quanti servano al mercato. “Il disagio delle aziende del territorio è forte”, spiega Mario Mariani, imprenditore cagliaritano fondatore dell’incubatore di start-up The Net Value: “Non trovano abbastanza talenti da assumere. Credo che dall’università escano non più di 200 laureati all’anno tra informatica e ingegneria elettrica ed elettronica: non bastano”. Un paradosso, perché la Sardegna vanta una lunga tradizione nell’economia digitale, competenze che si sono consolidate nel corso degli ultimi vent’anni, istituzioni, università e privati che lavorano bene e soprattutto cercano di spingere tutte nella stessa direzione: consolidare il più possibile l’ecosistema e creare nuove opportunità di lavoro, crescita e innovazione. Ma non basta, appunto.

“Aziende come Accenture e Indra ma anche tutte le start-up nate negli ultimi anni – da Money Farm in giù – cercano sviluppatori e occorre formare nuove figure”. Ecco perché Mariani ha avuto un’idea: quella di creare una specie di Academy all’interno di Net Value, che lavora in collaborazione con docenti dell’Università ma proponendo corsi più brevi, della durata di qualche mese e anche di una sola settimana, per trasmettere le competenze che servono alle aziende sarde. I corsi, a cui possono accedere anche persone diplomate o laureate in altre discipline, consentiranno di imparare delle abilità che le aziende partner dell’Academy cercano tra i loro candidati: dallo sviluppo alla programmazione alla cyber security passando per il digital marketing.

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Il collegamento con le altre aziende è fondamentale. “Cerchiamo di capire coi nostri partner quali sono le competenze che servono, e poi progettiamo insieme a loro i percorsi di studio”, spiega Mariani. “Faccio un esempio: se un istituto finanziario è alla ricerca di esperti in cyber security, progettiamo corsi di due settimane in questo ambito. Se un’azienda produttrice di software ha bisogno di programmatori junior, progettiamo corsi intensivi di tre mesi rivolti a persone senza esperienza, che al termine del percorso saranno già pronti per lavorare. Il collegamento tra formazione e posto di lavoro è diretto”.

Il primo corso, diretto da Salvatore Carta, professore associato di informatica, è per sviluppatori “full stack”. Inizia il primo ottobre e andrà avanti fino a metà gennaio. Il programma è progettato in collaborazione con le aziende e studiato con docenti del dipartimento di matematica e informatica dell’Università di Cagliari. Non è necessaria esperienza pregressa in programmazione. I posti disponibili sono limitati e per gli studenti più meritevoli sono disponibili borse di studio. Le aziende partner mettono a disposizione borse da duemila euro e così fa anche Net Value. Naturalmente le aziende le assegnano agli studenti che preferiscono. “In pratica dicono: fai il corso, se lo finisci con successo poi vieni a fare un tirocinio da noi e poi se sei bravo ti assumiamo”, spiega Mariani.

L’imprenditore sottolinea un altro paradosso. “C’è poca corrispondenza tra le grandi possibilità di lavoro in questi ambiti e le richieste di certi corsi di laurea tra gli studenti”, spiega. “Non sono tanti i ragazzi che vogliono fare informatica. Bisognerebbe far capire che chi si diploma e si laurea in questi ambiti riesce a trovare subito lavoro, con un salario decente fin da subito. E poi c’è competizione: gli sviluppatori vengono contesi dalle aziende e questo porta ad aumenti di stipendio importanti”.

Andrea Tramonte

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