All’interno di quegli spazi sono passate in dieci anni centinaia di persone, con almeno una ottantina di progetti supportati e una settantina di giovani (e meno giovani) che ci hanno lavorato dentro. Anche solo per pochi mesi. “Una specie di porto di mare”, dice scherzosamente Mario Mariani, imprenditore cagliaritano fondatore di Net Value, incubatore di start up e uno dei simboli dell’economia digitale in Sardegna. Il riferimento al porto non è casuale: gli spazi di via Sassari a Cagliari si affacciano sulle banchine e guardano il mare. Un luogo di arrivi e partenze, di connessioni, a pochi passi dalla stazione dell’Arst e relativamente vicino all’aeroporto di Elmas. Dove avere la valigia pronta per ogni evenienza e il biglietto di ritorno a disposizione. Qui l’imprenditore ha lanciato la sua scommessa dopo aver lasciato Tiscali, azienda di cui era amministratore delegato: uno spazio dove mettere la propria esperienza al servizio di start up innovative, di idee di impresa originali che hanno bisogno di essere accompagnate nei loro primi passi attraverso competenze manageriali e investimenti mirati. Una “digital nursery” per aziende in fasce, un luogo di incubazione dove, nel corso del tempo, sono nate imprese che ora si muovono con successo nei mercati internazionali.
Net Value compie dieci anni e celebra il traguardo con un rilancio. Agli uffici di via Sassari si aggiunge una nuova struttura, il palazzo dell’ex semoleria di viale La Playa dove prima c’erano gli uffici del Cagliari calcio e del Cagliari point dell’epoca Cellino. Tre piani che a regime ospiteranno almeno 200 persone quotidianamente e che diventeranno un punto di riferimento per tutto l’ecosistema del digitale nell’Isola. “Net Value non è più solo un incubatore ma vuole diventare la comunità degli innovatori”, spiega Mariani. La necessità di una nuova struttura non si giustifica solo col fatto che nell’altra sede non ci fosse più spazio. “L’obiettivo è quello di creare massa critica”, spiega: “non più un ‘giocattolo’ ma un’azienda vera”.
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Il nuovo progetto si muove in tre direzioni. Innanzitutto il lavoro di incubazione, che prosegue esattamente come prima. La struttura contiene poi uno spazio di coworking – anche per freelance – e diversi uffici privati per aziende che vorranno stare lì dentro. Si potrà usufruire di diverse sale riunioni e anche chi è solo di passaggio – imprenditori stranieri in visita a Cagliari, per esempio – potrà appoggiarsi agli spazi di Net Value. E poi – terzo aspetto del fondamentale del nuovo progetto – un calendario fitto di eventi negli spazi dedicati: in particolare workshop e incontri legati alle aree dell’imprenditorialità, dell’universo digitale e del mondo crypto (bitcoin). Ma non solo: in programma anche eventi culturali e artistici, che andranno a integrare l’offerta più mirata per il mondo dell’innovazione e dell’imprenditoria e che consentiranno allo spazio di aprirsi alla città, di integrarsi col tessuto culturale e aziendale cagliaritano.
I nuovi uffici di Net Value ospitano già numerose start up e aziende. Ci sono i progetti da tempo legati all’incubatore – come Paperlit, Moneyfarm, Paymeabit, Marinanow, Art Bakers, Reporter Gourmet, IntendiMe, quest’ultimo nato al Contamination Lab di Cagliari di cui Net Value è partner – e alcuni arrivati di recente. Come Sementusa, app pensata per i pastori che consente un controllo costante dello stato dell’allevamento e dei risultati ottenuti, puntando a massimizzare la produttività del gregge e a ridurre i rischi sanitari. Typical, che mette in contatto produttori locali e ristoranti per veicolare le eccellenze tipiche delle varie regioni italiane, a partire dalla Sardegna. IoTopon è una startup focalizzata sull’Internet delle cose con particolare attenzione alla raccolta e gestione dei dati meteo e ambientali: una stazione meteorologica che si applica a bici, imbarcazioni e altri mezzi di trasporto. E ancora Virtuoso, app nata per incentivare comportamenti salutistici, e u4Fit, marketplace per allenatori di running. “Un’azienda quotata in borsa, Olidata di Cesena, ha aperto degli uffici per creare un team sardo dedicato all’Internet delle cose e alla cyber security. Hanno scelto Cagliari anche perché qui ci sono competenze elevate proprio in quegli ambiti”, racconta Mariani.
Il nuovo progetto ha attivato collaborazioni con numerosi partner. Tra questi Abinsula, azienda sassarese, ed eOffice, società di Londra con sede a Soho. “Con loro abbiamo pensato a uno scambio di spazi”, racconta Mariani. “I nostri possono andare a lavorare da loro e avere delle postazioni lì, viceversa gli inglesi possono venire a lavorare qui da noi. Lo stesso vale per Abinsula”. E poi c’è l’accordo quadro con Microsoft, Stripe, Google e Amazon: le nuove startup potranno ottenere da loro diversi servizi gratuiti. “L’economia digitale in Sardegna sta maturando”, dice Mariani. “C’è meno hype ma nel complesso sopravvivono le iniziative più serie. Sono di meno numericamente ma di qualità maggiore. La mia aspirazione è contribuire a far nascere decine di nuove aziende, anche non grandissime, che però sono in grado di lavorare e di competere in un mercato mondiale. Delle nuove Paperlit, che lavorano in settori di nicchia ma a livello globale. Soprattutto – conclude – se generate da imprenditori locali. In questo modo rimangono sul territorio e contribuiscono ad alimentare un circolo virtuoso qui nell’Isola”.
Andrea Tramonte
