Spunta una seconda società sarda nell’organizzazione dell’America’s Cup a Cagliari, quella regata in programma in autunno e di cui è “venuto meno l’interesse della Regione”, come scritto il 6 aprile scorso dall’assessore al Turismo, Gianni Chessa. Il quale ieri pomeriggio ha aggiunto un capitolo alla nuova telenovela sarda (dopo quella della maestra sospesa), ma le dichiarazioni rese dall’esponente della Giunta non quadrano più.
Serve una premessa: Chessa non ha chiuso la porta in faccia a un cartonato, ma a Grant Dalton, il velista neozelandese che da detentore del titolo velico sta organizzando l’edizione di Barcellona 2024. È la 37° nella storia del più antico evento sportivo del mondo e sino a un mese fa includeva la tappa sarda dell’autunno 2023, una delle due pre-gare messe in calendario. Invece Cagliari non è più in partita perché Chessa ha deciso così. Per una serie di ragioni che di giorno in giorno stanno cambiando, questo è il punto.
La prima novità di oggi è che per gestire la manifestazione a Cagliari si è candidata anche la Safari Sardegna, una srl operativa dal 6 dicembre del 1999. Uno dei quattro soci è Claudio Magi, fratello di Franco, il consulente di Christian Solinas in Regione. Magi divide il business con il cugino Enrico Rais più Jacopo Mossa e Francesco Mattia Mossa. Contattato da Sardinia Post, l’imprenditore spiega: “La nostra società, cresciuta negli anni e capace di gestire un grande evento, ha presentato un’offerta anche per la tappa di Cagliari”. Magi, amministratore unico della srl e azionista di maggioranza relativa, fa sapere di aver fatto lo stesso per la regata del 2020 che si sarebbe dovuta tenere sempre a Cagliari, ma poi saltò per via del Covid. A parlare con gli organizzatori dell’America’s Cup event (Ace), di cui Dalton è amministratore delegato, è stato lo stesso Magi che al nostro giornale chiarisce ancora: “L’incontro è avvenuto a Barcellona, ma al momento non abbiamo ricevuto comunicazioni in merito, nulla è firmato”.
Parole preziose, quelle dell’imprenditore con base a Capoterra. Perché la sua srl, a ben vedere, non è quella citata dallo stesso velista neozelandese nel carteggio con Chessa. Ha scritto Dalton a inizio aprile, come riportato anche da La Stampa attraverso la ricostruzione di Fabio Pozzo: “Lei ricorderà che alcune settimane fa ho appositamente fatto un viaggio a Cagliari per incontrare una nota società locale di eventi. Questo incontro, che era stato preceduto da una lunga pianificazione sia in termini di logistica sia di budget, è durato quattro ore e si è concluso con un accordo sulla strada da percorrere. Concorderà che questo non è certo il comportamento di qualcuno che ha ‘cessato di essere interessato’”.
Quindi: incrociando le parole di Magi e quelle di Dalton viene fuori che l’uno e l’altro non parlano della stessa società. Anche perché l’imprenditore-fratello del consulente di Solinas, a domanda precisa, sottolinea “l’assenza di Dalton” nella trasferta di lavoro a Barcellona. A questo punto non tornano più le dichiarazioni di Chessa, rese ieri pomeriggio attraverso una nota stampa diffusa dalla Regione. L’assessore ha detto: “Per quanto riguarda l’incontro con ‘una nota società di eventi locale’ e il conseguente ‘accordo sulla strada da percorrere’, di cui Grant Dalton ha scritto nella sua pec del 3 aprile, in risposta ad una mia comunicazione del 31 marzo, è la prima volta che questa scelta di affidarsi per l’organizzazione a società terza viene comunicata alla Regione”. Chessa, a ben vedere, dice di non sapere nulla della faccenda. Ma suona strano che lo stesso assessorato fosse all’oscuro di tutto. Anche perché Dalton, nel tirare in ballo l’incontro a Cagliari “con la nota società locale di eventi”, si rivolge a Chessa con un “lei ricorderà”. Possibile che Chessa non avesse nemmeno contezza delle mosse di Magi?
Non è finita: nella stessa nota di ieri pomeriggio Chessa ribadisce che la retromarcia della Regione va unicamente legata a un fatto: “Con Ace, nell’incontro di agosto 2022, si era parlato ‘di prima tappa’”. Invece la prima pre-gara del 2023, a causa dei ritardi della Giunta Solinas su cui Dalton allunga la scure, è programmata a Vilanova i la Geltrú, una cinquantina di chilometri da Barcellona. Non solo: in un assessore che ha fatto leva sul ju jutsu con l’obiettivo di promuovere la Sardegna, sorprende il suo incaponirsi sulla differenza tra prima e seconda tappa. Il suo incaponirsi sul fatto che Ace “non ha indicato le testate televisive che dovrebbero trasmettere la regata”. Questioni di lana caprina rispetto a una vetrina di portata mondiale.
Max Sirena, a ogni modo, sta provando a mettere pace. Il faro di Luna Rossa fuori e dentro l’acqua, citato da Chessa e ugualmente contattato da Sardinia Post, spiega di essersi limitato a far conoscere l’assessore e Dalton. Poi il suo ruolo di mediazione è finito lì, anche perché Ace è adesso in mano ai neozelandese dopo la vittoria nell’edizione del 2020. Gli italiani di Prada, al momento, non hanno carte organizzative da giocare.
L’altra novità contenuta nel comunicato di ieri pomeriggio partito dall’assessorato al Turismo è che non viene citata “la parte amministrativa indietro”. Sul “ritardo degli uffici”, come ripetuto ieri da Chessa al nostro giornale, nessun accenno. Nella nuova narrazione del Palazzo tutte le colpe vengono fatte ricadere su Ace e Dalton che “non hanno mai smentito il concetto di prima tappa”. Non solo: dal Turismo sostengono ancora che Ace sia in difetto nell’”invio della documentazione necessaria, nonostante l’ampia disponibilità alla collaborazione dimostrata dagli uffici dell’assessorato”. I quali, nel giro di ventiquattro ore, diventano efficienti. E questo malgrado lo stesso Dalton, in uno degli scambi con Chessa, abbia chiesto all’esponente del Psd’Az di elencare quali fossero i documenti mancanti.
Di certo, se una cosa scarseggia ancora in questa vicenda, sono proprio le motivazioni dell’epilogo. Non s’intravedono per ora solide ragioni, tali da giustificare il passo indietro fatto da Chessa sull’America’s Cup. Da notare è pure la posizione di Solinas. Sinora il presidente della Regione non ha detto nulla. Non una parola in difesa dell’assessore. Solo silenzio, che in casa Psd’Az sa di gelo.