Maestra sospesa, un preside smonta le bugie. E viene fuori l’olio santo usato sui bambini

Pino Tilocca è il preside del Liceo classico De Castro di Oristano. In un post su Facebook pubblicato avant’ieri, il dirigente, che fa parte dello stesso Ufficio scolastico di Marisa Francescangeli, la maestra sospesa a San Vero Milis, prende posizione sulla vicenda svelando anche una bugia detta, secondo Tilocca, dalla stessa insegnante.

Il lungo post di Tilocca prende intanto spunto da quanto riferito dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Francesco Feliziani, che all’Adnkronos, l’altro giorno – qui il pezzo di Sardinia Post pubblicato oggi – ha spiegato come la sospensione non sia arrivata per caso ma è stata un provvedimento obbligatorio per legge visti i precedenti richiami. Contro la maestra, infatti, ci sono state precedenti segnalazioni sia da parte di genitori che di colleghi e sempre per i metodi didattici seguiti.

Tilocca ha scritto: “Tiene banco anche oggi (sabato, ndr) la vicenda della maestra di San Vero sospesa dall’insegnamento per venti giorni. Continuano naturalmente anche i commenti social, tanto più perentori quando dettati dall’ignoranza delle procedure e dei fatti. C’è addirittura chi chiede la cacciata del dirigente scolastico che nella vicenda non ci entra e non ci esce”.

Quindi il preside introduce il contesto della prima bugia: “L’atto di sospensione – si legge nel post – è stato preso dall’ufficio procedimenti disciplinari dell’Ufficio scolastico di Oristano, competente in virtù della gravità dei fatti contestati. Si tratta di un organismo composto da tre dirigenti di alta e documentata competenza giuridica e il cui comportamento è notoriamente caratterizzato da prudenza, sobrietà, equilibrio. Lo prova anche l’atteggiamento di grande professionalità che dimostrano in questi giorni, di assoluto riserbo proprio in quanto consapevoli del carattere riservato di un procedimento disciplinare. Riserbo che invece non sembra informare il comportamento della maestra che appare decisamente inebriata dalla improvvisa notorietà. E come, succede spesso a chi parla molto, qualche incongruenza appare emergere qua e là nelle sue dichiarazioni.

Ancora dal post di Tilocca: “La prima (della Francescangeli) è l’affermazione di essere stata sorpresa dal provvedimento nei suoi confronti, di cui dichiara non aveva cognizione. Questa affermazione non può corrispondere a verità perché il primo atto di avvio di un procedimento disciplinare è la comunicazione all’interessato che viene informato degli addebiti a suo carico e invitato a presentarsi per un colloquio assistito dal suo sindacato o da un legale, oppure in alternativa a inviare una memoria difensiva. La maestra – continua Tilocca – non può non aver ricevuto questa comunicazione e sapeva quindi benissimo che c’era in atto un procedimento nei suoi confronti”.

Tilocca chiarirsce ancora: “Nella sua prima intervista alla stampa inoltre ha dichiarato di essersi limitata ad un paio di preghiere e alla realizzazione di un rosario. Tutti abbiamo colto la sproporzione fra i fatti dichiarati e l’entità del provvedimento, ma pian piano stanno emergendo elementi e circostanze che danno una dimensione diversa alla vicenda”. Il preside spiega, per esempio, che c’è stata “la proiezione di filmati contenenti disastri naturali che vengono attribuiti alla furia del Dio vendicatore dei peccati mondani (maledetti sodomiti) e dell’unzione riparatoria dei bambini con l’olio proveniente da quel business blasfemo che è Medjugorie”.

Tilocca spiega che si è trattato di “Comportamenti ripetuti per i quali l’insegnante parrebbe aver ignorato i precedenti richiami. In tutto questo è facile rilevare un atteggiamento non troppo equilibrato, peraltro in linea con con la propaganda omofoba abbondantemente presente sul profilo social della protagonista della vicenda. Per questo appaiono fuori luogo le bizzarre dichiarazioni del presidente Solinas, vestito da crociato e le frettolose interrogazioni parlamentari tese a innescare una guerra di religione che non ha senso di esistere”.

Tilocca dice ancora: “In realtà, dalle circostanze non si evidenzia una contrapposizione tra una concezione laica e una religiosa della scuola, quanto il fatto che in nessuna scuola civile possano avere diritti di cittadinanza comportamenti ispirati a superstizioni medievali che mettono in discussione il diritto per i nostri bambini ad avere conoscenze ispirate alla razionalità e ad un apprendimento che ne sviluppi le competenze cognitive. È insostenibile, quindi, dire che in questa vicenda ci sia una contrapposizione tra cultura cattolica e cultura laica, che non ci hanno mai scandalizzato due Ave Maria; però l’utilizzo della scuola pubblica per diffondere una subcultura bigotta, oscurantista ed antiscientifica no, questo non è ammissibile”.

[La maestra Francescangeli in una foto Facebook del 2010]

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