La Regione perde l’America’s Cup, dagli uffici di Chessa una talpa racconta cosa è successo

Alessandra Carta

Gianni Chessa, sentito da Sardinia Post, dice che “la situazione si può rimediare”. Ma ad oggi, 11 aprile 2023, la nostra Isola ha perso la vetrina dell’America’s Cup, la fascia d’oro dello sport mondiale. Il celeberrimo evento, il più antico del pianeta, avrebbe dovuto fare tappa a Cagliari in autunno. Tra ottobre e novembre in una sorta di pre-gara. Invece è successo che l’assessore regionale al Turismo ha litigato con Grant Dalton, lo sportivo neozelandese che è l’amministratore delegato di Ace, acronimo che sta per America’s cup event (Ace). Ovvero l’organizzazione.

Negli uffici di Chessa, sullo scontro tra l’esponente sardista e Dalton hanno preso a scorrere fiumi di veleni. Oggi intanto era irreperibile la dirigente dell’assessorato, Angela Porcu. Ma nel frattempo è spuntato un blog, di cui sapientemente è stato fatto girare il link a Palazzo. Le ultime notizie del sito web riguardano proprio la diffusione del carteggio tra i due litiganti. Chessa da una parte, Dalton dall’altra. Con tanto di date e precisissimi riferimenti. La talpa della Regione ha financo lavorato ieri, a Pasquetta, col finto nome di Alessandro Baldasserini.

Il nostro giornale pubblica il contenuto del blog perché prima lo abbiamo mandato a Chessa, al momento all’estero per lavoro, e l’assessore ha confermato la veridicità, anche se dice: “Ci sono novità: forse dobbiamo fare una video call in questi giorni per chiarire”. Poi però l’esponente della Giunta allunga la scure contro gli uffici che “sono indietro con la presentazione della documentazione”, necessaria invece “per sviluppare un contratto”. E siccome due più due fa sempre quattro, davanti all’intenzione di Chessa di scaricare le colpe su quei ‘fannulloni’ della Regione, ecco i documenti ufficiali che al contrario sembrano inchiodare proprio il titolare del Turismo.

Tra Dalton e Chessa, dopo l’accordo di agosto 2022 sull’organizzazione della tappa a Cagliari, cala il silenzio sino a dicembre, quando da Ace bussano di nuovo alla porta della Regione, non fosse altro che una regata degna di questo nome non si mette in piedi in due giorni. Ma nemmeno ai primi di marzo, cioè un mese fa, dalla Giunta di Christian Solinas riescono a dare informazioni sicure sulle risorse disponibili per ospitare l’evento. Così Dalton contatta gli spagnoli di Barcellona che nel 2024 faranno da padroni di casa alla gara vera. In due giorni, riferisce la talpa del Turismo, Ace chiude l’accordo con la città di Vilanova i la Geltrú, Catalogna piena, 54mila abitanti affacciati sul mare. Lì si terrà la prima pre-gara dell’America’s Cup 2024, appunto con assaggio di grande vela nel 2023. Precisamente a settembre, giusto per prendersi il sicuro visti i ritardi della Sardegna.

Apriti cielo. Chessa va su tutte le furie e scrive all’Ad neozelandese. “Ho appreso con rammarico dagli organi di stampa che il prossimo mese di settembre verrà organizzata in Spagna la prima regata preliminare dell’America’s Cup. Come a voi noto, l’interesse manifestato dalla Regione Sardegna in occasione della presentazione del vostro progetto era subordinato al fatto che Cagliari fosse la prima tappa europea delle Initial America’s Cup Preliminary Regatta…”.

Dalton chissà cosa deve aver pensato sui sardi. E risponde: “Le sarei grato se potesse inviarmi la corrispondenza in cui si afferma (cito la sua lettera) che Cagliari sarebbe stata la prima tappa europea delle regate preliminari all’America’s Cup”. Non è finita: siccome Chessa lamenta il fatto che Ace non informa abbastanza la Regione, il velista manager risponde ancora: “Questa dichiarazione è inesatta, lo provano i documenti. Inoltre, a spese di Ace abbiamo incaricato Nielsen di fornire una valutazione economica indipendente”. Ancora dalla penna di Dalton: “Lei ricorderà che alcune settimane fa ho appositamente fatto un viaggio a Cagliari per incontrare una nota società di eventi locale. Questo incontro, che era stato preceduto da una lunga pianificazione sia in termini di logistica sia di budget, è durato quattro ore e si è concluso con un accordo sulla strada da percorrere”.

Questo dettaglio rischia di diventare centrale nella vicenda: qual è la “società locale” che Dalton ha incontrato per conto della Regione? Ma soprattutto: esiste un documento formale con cui Chessa e la Giunta hanno selezionato il partner privato? In caso contrario, come mai c’è stato questo vertice con Ace alla presenza della parte non pubblica in assenza di un affidamento? E ancora: come mai la Regione, che sui grandi eventi ha investito milioni di euro, all’improvviso fa marcia indietro quando in gioco c’è una tappa dell’America’s Cup? Chessa, peraltro, è uno che si è battuto come un leone per difendere l’importanza di un campionato di Ju-jitsu a Cagliari: perché mai sul più grande evento velistico mondiale fa la voce grossa con Dalton?

In ballo, lo ricordiamo, ci sono sei milioni di euro e 100mila euro: tanto vale la posta messa a bilancio dal centrodestra di Solinas nella Finanziaria 2023. Ma il giro d’affari che si può muovere per una regata a Cagliari è stato quantificato in 18 milioni di euro. Allora la domanda nasce spontanea: non sarà forse successo qualcosa, in questi giorni, alla società incontrata da Dalton? Il quale, in un altro passaggio della risposta a Chessa, ha aggiunto: “Le chiedo per favore di essere più specifico su ciò che esattamente sostiene non sia stato fornito”.

Una cosa è sicura: il 6 aprile – svela ancora la talpa del Palazzo – Chessa scrive di nuovo all’amministratore delegato di Ace. Nero su bianco ecco la sentenza dell’assessore: “È venuto meno l’interesse della Regione“. Così, testuale. L’assessore, una settimana fa, ha chiuso la porta in faccia a Dalton. A Sardinia Post, sempre telefonicamente, il titolare del Turismo regionale dice: “Sei milioni e 100mila di investimento non è poco, sono soldi pubblici”. E poi parla di “mossa politica” disegnando uno scenario in cui la Regione è vittima di un disegno più grande. “Dobbiamo farci rispettare perché gli impegni erano diversi”, tuona Chessa nello stesso vocale inviato al nostro giornale in risposta alla richiesta di un’intervista.

C’è da scommettere che non finirà così. Anzi. Un’altra telenovela è in vista. Sperando non finisca come la storia della maestra sospesa che all’inizio sembrava la vittima, poi è venuto fuori l’olio santo di Medjugorje contro il Dio vendicatore.

[Nella foto di copertina uno degli incontri tra Dalton e Chessa]

Alessandra Carta

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