Macomer, protesta per chiusura carcere. In campo dieci sindaci

Tutto il Marghine scende in campo contro la chiusura del carcere di Macomer: stamattina i sindaci di dieci paesi, da Sindia a Bolotana, hanno convocato i loro consigli comunali in piazza a Bonu Trau, proprio di fronte al carcere, raggiunto nei mesi scorsi da un decreto ministeriale di chiusura. Presenti anche i sindacati del territorio e le rappresentanze del comune e della Provincia di Nuoro. Alla manifestazione c’era anche Maria Grazia Calligaris presidente dell’associazione “Socialismo diritti e riforme” che si batte per i diritti dei detenuti.

“Il carcere di Macomer – ha detto – è un carcere moderno su cui lo Stato ha molto investito, è un penitenziario noto per l’umanità e per la professionalità delle maestranze, tanto che i detenuti chiedono di essere aiutati a restare qui”. “Quella che viviamo in questo territorio è una situazione di abbandono da parte dello Stato – ha detto il sindaco di Macomer Antonio Succu – ci hanno tolto il giudice di pace e poi a settembre il tribunale, di cui non riusciamo a recuperare i locali per poterli destinare a strutture della città che non ce la fanno più a pagare gli affitti, ora ci vogliono togliere il carcere. Non dimentichiamoci – ha proseguito Succu – che lì dentro lavorano 90 maestranze più l’indotto. Il decreto ministeriale per fortuna è stato sospeso per via degli interventi del presidente Pigliaru e dei parlamentari sardi, ma noi oggi qui, con questa azione forte chiediamo la revoca del provvedimento”. I sindaci del Marghine sono agguerriti contro la “desertificazione del territorio” da parte dello Stato e della Regione: “Già abbiamo subito pesanti contraccolpi con la chiusura dell’industria, ora ci chiudono le scuole e i prisidi istituzionali – ha detto il sindaco di Borore, Tore Ghisu -. Ma dove vogliamo andare? Basta con l’accentramento sui poli forti di Cagliari Sassari e Olbia tagliando fuori gli altri territori: i territori della Sardegna devono avere uguale dignità”. Per il sindaco di Bolotana, Francesco Manconi, “il carcere non è solo un simbolo dello Stato che se ne va, ma lì dentro ci sono tanti posti di lavoro che non ci saranno più a Macomer. Bisogna prendere in mano la situazione per invertire la tendenza”. E Michele Corda sindaco di Noragugume ha rimarcato: ” È una problematica che qui tocca tutti, per questo stiamo mettendo in piedi una lotta unitaria per difenderci: è ora di finirla con le guerre di campanile”.

 

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