La maggioranza di centrosinistra discute del primo passo della riforma costituzionale del Senato e le diverse posizioni politiche emergono all’interno della Giunta, dove il dibattito è animato dal confronto a distanza tra due assessori: il “sovranista” del Partito dei Sardi, Paolo Maninchedda (Lavori Pubblici), e il costituzionalista espresso dal Pd Gianmario Demuro (Riforme). Oggetto della diatriba il ruolo dell’autonomia della Sardegna alla luce della revisione della Costituzione. Cioè, sintetizza Maninchedda, “come avere tutti i poteri che ci servono per crescere ed essere liberi e più felici e come garantire il giusto potere a una piccola realtà come la nostra”.
E se Demuro difende la riforma, sostenendo che non penalizza l’Isola perché il riconoscimento di due senatori per Regione garantisce un’equa rappresentanza a tutti, Maninchedda, nel suo blog Sardegna e Libertà, si dice in disaccordo, anche se plaude all’avvio della discussione “su temi veri”. “Il Trentino, che a ogni Finanziaria guadagna poteri e compartecipazioni fiscali, con un milione di abitanti si è portato a casa quattro rappresentanti. In sostanza la loro specialità ‘pesa’ più della loro popolazione – sostiene l’assessore dei Lavori Pubblici – Invece la Sardegna si porta a casa i senatori che spettano a una qualunque Regione a statuto ordinario, questo è un dato incontrovertibile”. “Ancora in Sardegna si pensa da italiani, ci si guarda come sardi attraverso gli occhiali italiani – scrive il leader del PdS – A cosa servono queste discussioni? Servono, mi auguro, a comprendere che se questa legislatura ha un senso, esso risiede nella nascita del Partito della Nazione Sarda, cioè di un grande partito in cui siamo capaci di stare tutti, in modo disciplinato e ordinato, che dia potere politico reale alle deboli istituzioni regionali e inauguri una stagione competitiva con lo Stato italiano. Io, Gianmario – argomenta Maninchedda rivolgendosi direttamente al suo collega di Giunta Demuro – lavoro per vedere la bandiera della Repubblica di Sardegna sventolare a Bruxelles e all’Onu e voi lo sapete tutti. Poi sto disciplinatamente dentro una maggioranza che è autonomista piuttosto che indipendentista, ma noto che la slealtà di Stato italiana sta forgiando in molti assessori sentimenti indipendentisti più di quanto non facciano i miei ragionamenti”.