il presidente della regione sardegna

False smentite e intimidazioni, atto secondo

di Guido Paglia

L’ineffabile avvocato Salvatore Casula getta la maschera e ammette: sì, è proprio lui il legale che, oltre al commercialista Enrico Gaia (leggi qui), assiste anche il Governatore della Sardegna, Christian Solinas. E incurante del possibile conflitto di interessi, ci diffida a rimuovere un articolo della nostra Alessandra Carta sui misteri che avvolgono la ricandidatura o meno di Solinas alla futura guida della Regione.
Non solo: secondo Casula, Sardinia Post dovrebbe provvedere anche alla generica cancellazione di tutti gli sgradevoli commenti dei lettori nei confronti di un possibile “Governatore in fuga” verso un più tranquillo seggio parlamentare a Roma.

Ecco la sua lettera:

Guido Paglia

Ed ecco la replica di Sardinia Post:

Egregio avvocato Casula,
è comprensibile l’imbarazzo del suo assistito, Christian Solinas, di fronte al poco confortante retroscena rivelato dalla nostra Alessandra Carta. Ma non vediamo proprio cosa ci sia di diffamatorio nell’aver raccontato che il Governatore è molto combattuto tra l’ipotesi di ricandidarsi alla guida della Regione Sardegna e quella invece di riconquistare un più tranquillo seggio parlamentare, magari di nuovo a Palazzo Madama. E magari da lì spiccare il volo per un incarico nel futuro governo nazionale. Lei e il suo assistito volete provare a sostenere che non è vero? Noi, invece, confermiamo. La notizia è vera e non smentibile. Volete trascinarci in un’aula di giustizia per questo? Accomodatevi pure. Ma levatevi dalla testa di riuscire ad intimidirci con queste lettere minacciose che sono soltanto ridicole.
Dovremmo addirittura formulare una proposta risarcitoria per aver squarciato il velo di ipocrisia mediatica che circonda le mosse del Governatore sul suo futuro politico? Ma per piacere, consigli piuttosto al suo assistito di formulare lui una proposta risarcitoria agli elettori sardi che gli avevano dato fiducia tre anni fa. Altro che fare l’offeso nei confronti di un giornale e di giornalisti che fanno soltanto il loro lavoro; con scrupolo e senza guardare in faccia al potente di turno.
Potremmo finirla qui. Però, visto che si permette anche di impartirci lezioni di giornalismo, le rendiamo volentieri pan per focaccia. E a proposito della nostra presunta responsabilità per gli sgradevoli post dei lettori pubblicati a commento dell’articolo “incriminato”, la invitiamo caldamente a procurarsi la sentenza della Cassazione n. 44126 del 2011. Vi troverà la risposta dei supremi giudici, che la escludono. In ogni caso, dal momento che siamo giornalisti di buon senso, se vorrà gentilmente chiederci la cortesia di rimuovere quelli che il suo assistito ritiene più sgradevoli, sarà nostra cura cancellarli.
Ma piantatela con le intimidazioni: con noi non attacca.

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